Il Vittoriano di Roma dedica una mostra all'artista
statunitense Edward Hopper.
L’esposizione si apre con un intenso autoritratto del
pittore che, voltandosi verso l’osservatore, sembra darci il benvenuto e
condurci alla scoperta delle sue opere.
Light at Two Lights
|
Nei dipinti del periodo francese raffiguranti le vie
parigine lungo la Senna, i bistrot e i teatri, così come nelle opere in cui rappresenta i
ponti newyorkesi e le campagne americane con i fari e le case isolate in mezzo
al nulla, si scorge sempre un senso di silenzio e solitudine.
Anche quando il
pittore ritrae figure umane come in Soir blue o Second Story Sunlight il
silenzio e l’incomunicabilità sono i veri protagonisti della scena; i
personaggi non si guardano, si ignorano, sono vicini fisicamente ma ognuno
appare silenziosamente chiuso nel proprio microcosmo.
Soir blue |
Summer interior |
South Carolina Morning
|
Hopper sembra
rappresentare attimi di storie di cui lo spettatore/voyeur può solo immaginare
il finale, ciò si può notare in New York Interior e Summer Interior, le opere
più degassiane dell’artista americano, e
in South Carolina Morning.
Una sezione della mostra è poi dedicata al cinema;
Hitchcock con il voyerismo di Finestra
sul cortile, Antonioni con le atmosfere rarefatte dei suoi film e Dario Argento
che in Profondo rosso ricostruisce il bar di Nighthawks sono solo i registi più
famosi che si ispirano all’arte hopperiana.
Profondo Rosso e Nightawks |
Anche noi spettatori possiamo provare l'emozione di
essere i protagonisti di un dipinto di Hopper, la mostra infatti si chiude con
una riproduzione di Second Story Sunlight in cui possiamo “entrare” e prendere
il posto di una delle protagoniste.
L'esposizione chiuderà il 12 febbraio.
Nessun commento:
Posta un commento