Ai Musei Capitolini, nelle sale del piano terra del Palazzo dei Conservatori, è esposta fino al 30 marzo la mostra “Capolavori della Pinacoteca di Ancona”.
Sono sei le opere marchigiane esposte a Roma, cinque grandi
pale d’altare e una piccolissima tempera su tavola.
La prima sala è dominata dall’Immacolata di Guercino,
l’artista rappresenta la scena sacra su uno sfondo notturno, la Madonna, infatti,
appare su una falce di luna stagliandosi su un paesaggio marino, chiaro
omaggio alla città di Ancona.
Guercino: Immacolata |
Accanto all’Immacolata si trovano la Circoncisione di Olivuccio Ciccarello e la Madonna con bambino di Carlo Crivelli.
Crivelli: Madonna con Bambino |
Nonostante le piccole dimensioni l’opera di Crivelli stupisce per la raffinatezza esecutiva e il forte simbolismo dei dettagli, il festone di mele, la noce e il cardellino evocano infatti l’incarnazione e la futura Passione di Cristo.
Proseguendo lungo il percorso della mostra, non può che suscitare un sorriso la presenza nella stessa sala della Crocifissione di Tiziano Vecellio, artista apprezzato dai più importanti committenti veneti e italiani, e la Pala dell’Alabarda del meno noto ma probabilmente più ironico e non convenzionale Lorenzo Lotto, anche lui veneto.
Lotto, infatti, si spostò a lavorare in centri più piccoli
come Bergamo, Loreto e la stessa Ancona, forse proprio per l’ingombrante
presenza di Tiziano in laguna.
La Crocifissione del Vecellio si svolge sullo sfondo di uno
splendido paesaggio nuvoloso mentre in primo piano, ai piedi della croce, la
Madonna, San Giovanni e San Domenico mostrano le loro emozioni di dolore,
diverse e umanissime.
Tiziano: Crocifissione |
Nella Pala dell’Alabarda, le caratteristiche tipiche dello stile lottesco sono molteplici, come il dinamismo dei personaggi, in particolar modo del Bambino che indispettito sembra volersi divincolare dall'abbraccio materno, e la chiamata in causa dello spettatore.
Spesso nelle opere di Lotto si instaura un silenzioso dialogo tra uno o più personaggi rappresentati e il riguardante.
In questo dipinto, a richiamare l’attenzione di noi spettatori è lo sguardo di Santo Stefano (rappresentato alla nostra sinistra) ma soprattutto quello di San Simone (alla nostra destra) che si gira, ci fissa e ci invita ad essere partecipi.
Lotto: Pala dell'Alabarda |
Il Cardinal legato Accolti, per difendersi, aveva un gruppo di
soldati armati di alabarda che, dipinta qui capovolta e con la punta rivolta
verso terra, simboleggerebbe la sconfitta dell’usurpatore e la fine della
tirannia.
La mostra si chiude con la maestosa Pala Gozzi, anche questa di Tiziano.
Di questo dipinto possiamo vedere anche il retro solitamente accessibile solo agli addetti ai lavori.
Tiziano: Retro Pala Gozzi (particolare) |
La prospettiva inusuale ci dà la possibilità di ammirare gli schizzi preparatori.
Oltre ad anonimi volti e a
caricature emerge il viso del Bambino paffuto e bellissimo che sembra
accennare un sorriso.
Visitare questa piccola e preziosa mostra darà ai romani e
ai pellegrini, giunti a Roma per il Giubileo, la possibilità di scoprire 6
opere di alcuni dei più interessanti artisti che lavorarono tra il XV e il XVII
secolo.
Anna Carla Angileri
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