E’ stata inaugurata da qualche
giorno a Palazzo Sciarra la mostra American Chronicles: The Art of Norman
Rockwell.
La rassegna ci permette di
immergerci nel mondo di Rockwell, l’artista newyorkese che, con le sue opere,
raccontò la storia americana del ‘900; la vita quotidiana in campagna o nelle
province, il progresso, le grandi conquiste, ma anche temi e problemi sociali.
Tra le opere esposte in mostra lo
spettatore sarà sicuramente colpito da Family
Tree.
Family Tree |
Nell’albero genealogico, culminante con un bambino dallo sguardo
furbetto, si trovano pistoleri, indiani d’America, puritani e uomini comuni, e,
alle radici, una nobile principessa spagnola e un oscuro pirata; con
quest’opera l’artista sembra voler affermare che le origini della nazione sono,
al tempo stesso, nobili e popolari.
Copertina del Saturday Evening Post |
Copertina del Saturday Evening Post |
In un lungo corridoio sono
esposte le 323 copertine del magazine Saturday
Evening Post, che testimoniano la lunga collaborazione di Rockwell con la
rivista. Si tratta di immagini accattivanti i cui protagonisti sono personaggi della vita quotidiana che svolgono azioni comuni in cui tutti i lettori potevano riconoscersi. Tra questi ci sono amanti che si baciano teneramente, ragazzini
che giocano e individui che trascorrono un'sistenza felice.
Art Critic |
Protagonista indiscussa della
mostra è però la celebre opera Art
Critic.
In un museo, uno studente d’arte si intrattiene a guardare il
ritratto di una donna chinandosi in avanti con una lente di ingrandimento, di
fronte a tale atteggiamento la donna ritratta prende vita e assume
un’espressione indispettita, alle spalle del ragazzo si trova un triplice
ritratto, anche il gruppo maschile di questo secondo dipinto sembra prender vita, disapprovando, con espressioni eloquenti,
il comportamento del giovane.Qui l’artista, con il gioco del quadro nel quadro,
sembra chiedere a noi spettatori chi sia il critico d’arte menzionato nel
titolo, se la donna, il giovane o il gruppo maschile alle sue spalle.
All’origine del realismo
narrativo di Rockwell vi è l’amore per l’arte e la sua storia, egli guarda ai
grandi del passato tra cui Durer; proprio l'autoritratto di Durer, insieme a
quelli di Rebrant, Picasso e Van Gogh sono attaccati nel cavalletto del suo Triplo autoritratto.
Triplo Autoritratto |
Qui l’artista si
rappresenta in carne ed ossa nell’atto di ritrarsi, sulla tela, e sullo specchio,
nel riflesso sullo specchio Rockwell
appare più anziano poiché intende qui rappresentare il suo aspetto reale e l’essenza
del suo animo.
A casa per Natale |
Ragazza con bottegaio |
Copertina del Saturday Evening Post |
E' papà con una Plymouth nuova |
Accanto ad immagini che rappresentano un mondo ideale, quasi magico, dominato dall'allegria, da famiglie e bimbi felici e spensierati si trova un’opera dai
toni più seri dal titolo Il problema con
cui noi tutti conviviamo.
Si tratta del dipinto che chiude
la mostra, l’artista sembra volerci salutare offrendoci una riflessione sul tema del razzismo; una bimba
afroamericana dall’espressione innocente e coraggiosa, marcia verso la scuola
scortata dagli sceriffi federali che la difendono dalla folla dei bianchi che
noi non vediamo ma di cui percepiamo la presenza data la frase razzista e il
pomodoro appena lanciato contro il muro.
Rockwell si è ispirato alla vera
storia di Ruby Bridges, la prima
bambina afroamericana che frequentò una scuola riservata a studenti bianchi e
che si trovò a seguire le lezioni da sola poiché gli altri genitori per
protesta lasciarono a casa i propri figli.
Ad accompagnare lo spettatore
lungo il percorso della mostra con un’audio guida sarà la voce di un
conoscitore d’eccellenza dell’opera di Rockwell, quella del figlio
dell’artista.
Anna Carla Angileri
La mostra sarà aperta fino all'8.2.15 presso la Fondazione Roma Museo - Palazzo Sciarra, tutte le informazioni qui.
La mostra sarà aperta fino all'8.2.15 presso la Fondazione Roma Museo - Palazzo Sciarra, tutte le informazioni qui.
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