Artista discusso, poeta maledetto della fotografia, LaChapelle offre uno sguardo pungente ed ironico sull'uomo che popola le sue immagini, costruite ad arte con i colori vividi e sperimentazioni surrealiste proprie della cultura pop americana dalla quale trae ispirazione, frutto dell’osservazione e di una personale interpretazione della realtà.
Deluge, 2006 Chromogenic Print ©David LaChapelle |
Nel
2006, durante un viaggio a Roma, la visione del Giudizio Universale di
Michelangelo folgora l’artista al punto tale da segnare l’inizio di un nuovo
ciclo della sua produzione in cui abbandona la figura umana ed i lavori
commissionatigli per le riviste patinate e le campagne pubblicitarie, fissando
con il Diluvio il contrapporsi di
concetti come il naufragio e la salvezza. Uomini e donne, giovani, vecchi e
bambini che si aggrappano ai relitti di un mondo che affonda nella sua
vuotezza, con corpi che si intrecciano stagliandosi su un cielo denso e livido.
L’opera rappresenta per l’artista un giro di boa dal quale inizia a dedicarsi a
lavori più estetici e concettuali, cancellando la carne attorno alla quale
ruotavano i suoi schemi, elemento suggestivo del suo lavoro.
Il
senso dell’abbandono viene emanato da After
the Deluge: Museum in cui le opere d’arte fluttuano nell'acqua che ha
allagato il museo mescolandosi ad oggetti di vita quotidiana; non è rimasto più
nessuno ad ammirarle e resta solo il loro riflettersi nel cupo specchio d’acqua.
Si
susseguono ancora le insolite riproduzioni in cera degli artisti di Still Life, la rivisitazione del celebre
dipinto leonardesco dell’Ultima cena (Last
Supper), le serie Land Scapes e Gas Stations con le loro
centrali industriali che svettano come miraggi luminosi sullo sfondo di
orizzonti desertici frutto di un elaborato lavoro di ricostruzione di
modellisti scenografici, e le opere più recenti di Earth Laughs in Flowers
dove la denuncia morale sullo sfruttamento delle risorse assume i toni di un’antica
allucinazione.
Margaret, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle |
Fil rouge delle ultime produzioni è il concetto che la natura osteggia le politiche
di estremo sfruttamento delle risorse del pianeta fino a non lasciare più
nessuno ad abitarlo se non le testimonianze luminose dei fabbricati in una
visione onirica del nostro avvenire. David LaChapelle può essere un artista
difficile da comprendere ma sicuramente ha l’alto merito di offrirci una
visione surreale su orizzonti futuri e sulle conseguenze dell’agire
sconsiderato dell’uomo.
Ilenia
Maria Melis
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