Parlare di Picasso è complicato.
Benchè sia un artista sulla bocca di tutti,
che ognuno può nominare una volta nella vita ("Picasso? Si certo,
Guernica, Les Demoiselles, il periodo blu e il periodo rosa"), conoscerlo
a fondo non è scontato, essendo lui stato nella sua carriera pluridecennale un
assiduo sperimentatore e scopritore di inediti linguaggi pittorici.
La mostra in corso alle Scuderie del Quirinale
si concentra sul solo decennio 1915 – 1925, anni prolifici segnati da viaggi in
Italia e nel Mediterraneo, dalla collaborazione con poeti e musicisti e dal
matrimonio con Olga Chochlova.
Nel 1915 la via del cubismo era già stata
presa, e con essa la smantellazione della forma e l'apertura alla quarta
dimensione, la mostra si apre infatti con opere del tardo cubismo quali Homme à la cheminée e Homme accoudé à une table e Arlequin.
In seguito Picasso si trasferisce a Roma per
lavorare ai costumi del balletto Parade, grazie
al quale conosce la prima moglie. La seconda è la sala dei ritratti, predomina
il tema circense e popolare: Arlecchino, Pierrot, giovani abitanti italiani,
Olga. Nelle varie versioni dell'Arlecchino si vedono le sue sperimentazioni
sulla linea: dal tratto breve e deciso dell'ancora cubista Arlequin et femme au collier, al tratto dolce e sinuoso che crea il
ritratto incompiuto ricco di fascino dell'Arlecchino bambino.
Mentre dalle opere della seconda sala si evince
l'influenza del soggiorno a Roma, nella sala 3 il filo conduttore è la
classicità intesa come grandezza. Dopo aver visto le statue della collezione
Farnese del Museo Acheologico di Napoli, Picasso reinventa il classicismo con
figure a carattere mitologico ma dalle dimensioni colossali e imponenti, che
stupiscono per l'essere comunque verosimili e "reali".
La prima parte della mostra continua sul segno
dell'influenza che i viaggi in Italia ebbero su questa parte della sua
produzione, insieme al lavoro come costumista e scenografo, l'apice di questo
periodo è segnato dal capolavoro La danse.
La seconda parte invece è una collezione di
memorabilia della sua vita in Italia, dal soggiorno all'Hotel de Russie allo
studio in Via Margutta. Cartoline, foto, schizzi, disegni… i documenti sono
molti e molto preziosi, un interessantissimo excursus nella quotidianità
dell'artista.
Questa mostra è il frutto di due anni di
preparazione e la collaborazione di grandissimi musei quali il Centre Pompidou
e il museo Picasso a Parigi, la Tate di Londra, il Moma e il Guggenheim di New
York. Un'occasione unica che ci è stata data nella nostra città, una mostra da
visitare con interesse e curiosità, se ne sarà ripagati.
Alessandra Florio
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