E’ in corso da pochissimi giorni e per i prossimi tre mesi una nuova
e interessantissima mostra che si inserisce sia, in un ampio contesto di
curiosi, appassionati, turisti e amatori, nel quadro dell’offerta culturale
estiva della città, sia, in un’ottica più specifica, nell’ambito della ricerca
e del dibattito culturale di settore. Si tratta della mostra "I labirini
del cuore: Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma"
Nomen
omen, il soggetto dell'esposizione sono i sentimenti,
in questo caso il ventaglio emotivo legato al magnifico ed enigmatico quadro di
Giorgione "I due amici", conservato nella collezione permanente del
museo di Palazzo Venezia.
Il percorso inizia con un excursus storico sui
rapporti tra Roma e La Serenissima nel 500, sulla decisione da parte del
Cardinale Pietro Barbo, futuro papa Paolo II, di far costruire un Palazzo di
Venezia a Roma e sul ruolo che questo palazzo situato nel cuore dell'Urbe ha
avuto nel tempo. Importanza particolare è stata assegnata alla documentazione
multidisciplinare: ogni soggetto è stato analizzato e reso con quadri, libri
originali dell'epoca, oggetti, pannelli di supporto, musiche eseguite per
l'occasione e ascoltabili grazie all'audioguida gratuita.
La visita si snoda tra i vari ambiti fino ad
arrivare al celebre quadro, ma labirintico non è solo il cuore, labirintiche
sono anche le sedi scelte, non solo a Palazzo Venezia ma anche a Castel
Sant'Angelo il filo conduttore del sentimento amoroso ci guida alla scoperta di
nuove nuances e antichi codici linguistici. Questa volta nei magnifici
appartamenti papali, che finalmente possono ospitare quadri di grande pregio
grazie agli adeguamenti impiantistici.
Dal punto di vista scientifico e filologico,
la mostra si inserisce in un filone non ancora esaurito di attribuzioni,
commenti e analisi su alcuni preziosi quadri, ma vuole superare la dicotomia
"Giorgione sì, Giorgione no"o "Tiziano o Lotto?" e apre nuove strade agli studiosi che la
visiteranno.
Insomma, un'occasione per rivisitare due
palazzi magnifici e per compiere un percorso a ritmo di madrigale nei meandri
del sentimento, lì dove grandi artisti dei secoli passati si sono afferti di
condurci.
Alessandra Florio
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