E' un'assolata e caldissima domenica di metà maggio, tarda
mattinata e le intenzioni sono chiare: attraversare in bici la via Appia
Antica, il Parco della Caffarella e il Parco degli Acquedotti partendo dal
Parco di Tor Fiscale.
Qui gli amici del Gazebike ci forniscono, oltre alla bici e
a tutte le informazioni necessarie sul percorso che abbiamo scelto di
intraprendere, la cartina formato gigante del parco (che chiedo espressamente
dato il mio senso dell'orientamento praticamente nullo).
Partiamo così in sella alle nostre bici alla
scoperta del Parco Regionale dell’Appia Antica
Il parco è un’area protetta di interesse regionale,
istituito nel novembre 1988 dopo una lunga battaglia civile, e comprende una superficie di circa 3.400 ettari. Al suo
interno conserva intatti scorci di campagna romana a cui si sommano
importantissime memorie storico archeologiche.
Attraversiamo il tranquillo parco di Tor Fiscale dominato
dalla torre (XII-XIII sec.) alta circa 30 metri edificata sulla linea degli
acquedotti romani Claudio (52 d.C.) e Felice (1585 d.C.), e raggiungiamo la via
Appia Antica (no..pedalare sull'antico basolato è impossibile! Questo pezzo
facciamolo a piedi!) all'altezza della Tomba di Cecilia Metella e della chiesa
di San Nicola.
via Appia Antica |
Utilizzata fino al Medioevo, cadde poi in abbandono e fu
riaperta da Pio VI solo a fine Settecento e sistemata ad opera di Luigi Canina.
Dopo l’Unità, furono lanciati i progetti di recupero
dell‘Appia Antica da cui nascerà la "passeggiata archeologica" tra il
Circo Massimo e le Terme di Caracalla.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Appia Antica corre il
rischio di essere sommersa dal cemento sia dalla grande speculazione che dal
piccolo abusivismo che diedero il via a una decennale battaglia condotta da
associazioni di cittadini che rivendicava la salvaguardia e la tutela della
zona. Nonostante il degrado e i cambiamenti avvenuti nel tempo, l’itinerario
lungo la via Appia Antica è di massimo interesse in quanto costituisce una
delle poche testimonianze superstiti di quello che era, fino ai primi decenni
del Novecento, il paesaggio della campagna romana, caratterizzato dalla
presenza di innumerevoli resti antichi (installazioni funerarie, monumenti di
illustri famiglie, colombari di
confraternite, colombari di confraternite)
e testimonianza di come era strutturata una via romana.
La
Tomba di Cecilia Metella, eretta poco
dopo il 50 a.C. per la figlia di Q. Cecilio Metello Cretico e moglie di Marco Grasso, è costituita da un
basamento a pianta quadrata su cui si innalza un’imponente cilindro, ancora
rivestito dalle originarie lastre di travertino, coronato da un fregio marmoreo
a rilievo con scudi gallici, festoni e bucran. Probabilmente il cilindro era
originariamente sormontato da un tumulo di terra ricoperto da vegetazione e al
suo interno accoglieva la cella funeraria.
Chiesa di San Nicola |
Tomba di Cecilia Metella |
Percorriamo la via Appia verso nord-ovest imbattendoci prima
nella Villa di Massenzio, poi nelle Catacombe di San Sebastiano e quelle di San
Callisto e svoltiamo infine a destra entrando nella Valle della Caffarella. Qui
è la natura che ci affascina e ci sorprende con le sue distese di verde e di
fiori, paesaggio che ci permette di comprendere i motivi per cui in epoca
romana la valle costituiva un luogo privilegiato di culto per le sue
caratteristiche naturalistiche.
La residenza imperiale di Massenzio è uno dei più estesi e
importanti complessi monumentali dell’Appia Antica. Appare in primo piano il mausoleo noto come la
Tomba di Romolo dal nome del figlio dell’imperatore che vi fu sepolto nel 309
d.C. In secondi piano troviamo il Circo, lungo 250 metri e largo 92, delimitato
sul lato di testa da due torri semicilindriche tra le quali erano i dodici box
da cui partivano i carri per le corse. Al centro dell’area è la “spina” attorno
alla quale i carri giravano e sul lato curvo si trova un arco trionfale. Sulle
gradinate potevano trovare posto oltre 10.000 spettatori. Al di là del Circo
sorgeva la Villa che era direttamente collegata al palco imperiale del Circo.
Basilica di S. Sebastiano |
La Basilica di S. Sebastiano, costruita agli inizi del IV
secolo ma rifatta nel XVII, già intitolata ai SS. Pietro e Paolo, dopo il IX
secolo fu dedicata al martire sepolto nelle adiacenti catacombe alle quali si
accede dalla chiesa. Le catacombe di S.Sebastiano furono le prime ad essere
indicate con l’espressione generica derivata del greco Katà Kymbas, che significa
“presso le cave” e dalla quale fu tratto il nome usato per designare tutti i
cimiteri sotterranei.
Le Catacombe di S. Callisto rappresentarono fin dal III
secolo il più importante sepolcreto cristiano di Roma che accolse molte
sepolture di papi e di martiri. Le gallerie si sviluppano su quattro piani per
un’area di oltre 12.000 metri quadri.
Antico luogo di miti e leggende (si conserva ancora il
ninfeo di Egeria che la leggenda romana voleva teatro degli incontri tra Numa
Pompilio e la ninfa omonima, consigliera e consorte del re), il suo nome deriva
dalla principale tenuta storica che esisteva nella zona. Ma il suo valore
naturalistico non è meno importante della sua rilevanza archeologica: nella
valle attraversata dall’Almone, piccolo affluente
del Tevere, fiume sacro ai romani, e ricca di sorgenti d’acqua, i boschi di
leccio e di roverella si alternano ai campi coltivati e ai pascoli mantenendo
inalterate le caratteristiche che la rendono ancora oggi testimonianza della
suggestiva antica campagna romana.
Ninfeo di Egeria |
Concludiamo il percorso all'interno del Parco degli
Acquedotti incantevole distesa di rovine
dove gli acquedotti, appunto, sono gli indiscutibili protagonisti dello
scenario che scorre velocemente come azionato da un meccanismo automatico collegato ai nostri
pedali.
Il Parco degli Acquedotti è caratterizzato dalla
presenza di ben sette acquedotti romani realizzati in epoche diverse, dal III
secolo al Rinascimento: Anio Vetus, Anio Novus, Marcio, Tepula, Julia, Claudio e Felice.
Le loro acque, provenienti dall’alta valle dell’Aniene e da sorgenti dei colli
Albani, mediante complesse ed ammirevoli opere di ingegneria, arrivavano fino
al centro di Roma per essere poi distribuite nella città.
Sovrastano ancora l’area
i resti delle imponenti arcate dell’acquedotto Claudio che, insieme a
quelle più basse del Felice, tra i pini secolari ed i ruderi di antiche ville
suburbane come quella delle Vignacce, conferiscono all’intera zona un aspetto
affascinante.
E’ terminata così la nostra pedalata che, nel corso di tre piacevolissime ore, ci ha permesso di scoprire la storia, i resti archeologici, le bellezze naturali e paesaggistiche del Parco dell’Appia Antica in un connubio unico.
E’ terminata così la nostra pedalata che, nel corso di tre piacevolissime ore, ci ha permesso di scoprire la storia, i resti archeologici, le bellezze naturali e paesaggistiche del Parco dell’Appia Antica in un connubio unico.
Per noi gli intenti sono stati sicuramente diversi da quelli dei viaggiatori dei secoli
XVIII e XIX che intraprendevano il Grand Tour nella campagna romana alla ricerca del passato classico e di paesaggi bucolici (evadere dal traffico e dalla confusione quotidiani a ritmo di pedalate, goderci la natura ed il sole) ma ci ritroviamo perfettamente nelle parole di Stendhal (1827) ispirate dalle incantevoli e pittoresche vedute:
“…Attraversammo queste campagne deserte, questa solitudine immensa che circonda Roma fino a parecchie leghe di distanza. Il paesaggio è magnifico: non è una pianura piatta, la vegetazione è rigogliosa, e il panorama è qua e là dal rudere d’un acquedotto o di antiche tombe, che imprimono alla campagna romana un carattere di grandezza veramente incomparabile. Le bellezze dell’arte raddoppiano l’effetto delle bellezze naturali, evitando quella sazietà che procura il piacere di ammirare paesaggi”.
Informazioni utili: ogni
domenica sono previste visite guidate GRATUITE presso Villa dei
Quintili (ore 10.00), Tomba di Cecilia
Metella (ore 12.00) e Terme di
Caracalla (ore 15.00). Il biglietto
di ingresso (€ 6) è valido per tutti e 3 i siti ed è possibile utilizzarlo
nell'arco di una settimana. Il riferimento telefonico di Villa dei Quintili per
maggiori informazioni è lo 06712912.
Tutti i punti dove è possibile affittare una bici li trovate qui
Bel contributo, io sono riuscito a mandarci una coppia di spagnoli, purtroppo non dal gazebike perché avavano pochissimo tempo... ancora mi ringraziano! è bellissimo avere una campagna così ricca di storia a portata di bici!
RispondiEliminaGrazie! io tornerò! perchè ho solo pedalato ma le catacombe, la tomba di Cecilia Metella e la Villa di Massenzio vorrei visitarli!! (sto facendo troppa pubblicità al Gazebike? ma a che servono gli amici altrimenti?) ;)
EliminaQuante cose da fare a Roma :D
RispondiEliminaCiao Rose Mel! si..troppe! non basta una vita! (=
Elimina