Giovedì 23 Ottobre si è inaugurato un gemellaggio culturale
all’insegna dello scambio materiale e virtuale di reperti tra i più
rappresentativi della Cultura Etrusca.
Protagonisti: L’Etruria
Meridionale e l’Etruria del Nord, ovvero Il Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia a Roma e il Palazzo Pepoli-Museo della Storia di Bologna.
In occasione della mostra
bolognese “Il viaggio oltre la Vita”, il Museo romano presta a Palazzo Pepoli
alcune delle sue opere. Materialmente: ceramiche figurate, tra cui il celebre
Cratere attico di Euphronios; sculture in pietra, tra le quali due da Vulci e
da Cerveteri; e la Tomba della Nave di Tarquinia, le cui pareti dipinte sono
“strappate” e riposizionate a Bologna.
Sarcofago degli Sposi |
Ma è virtualmente che accade un
vero miracolo tecnologico, grazie al CINECA (Consorzio Interuniversitario di
Calcolo) che realizza la ricostruzione ologrammatica del Sarcofago degli Sposi,
permettendo, così, al pubblico bolognese di poter fruire di una delle più
celebri e rappresentative opere della civiltà etrusca, esposta al Museo romano di Villa Giulia sin dal 1893.
Situla della Certosa |
Cosa accade invece a Roma? Qui in
occasione della mostra “Apa l’etrusco sbarca a Roma”, Palazzo Pepoli presta al
Museo di Villa Giulia fisicamente una stele funeraria del V secolo a.C.
scolpita a bassorilievo e virtualmente il modello 3D digitale della regina
delle situle, ovvero la Situla della Certosa, un vaso bronzeo del V secolo
a.C., il cui modello è stato anch’esso realizzato dal Cineca.
Ma il pezzo forte è il
mediometraggio del Cineca “Apa l’Etrusco sbarca a Roma”, dove l’Etruria del
Nord e l’Etruria meridionale sono raccontate rispettivamente da due personaggi:
Apa ( termine etrusco per “papà”) e Ati ( termine etrusco per “mamma”).
Il filmato di Apa, il cui
personaggio trae ispirazione proprio dalla decorazione della Situla della
Certosa, già fu presentato nel 2011 al Museo della Storia di Bologna e, da
allora, i visitatori lo ascoltano narrare la storia della città etrusca di
Felsina attraverso l’indimenticabile voce di Lucio Dalla. In occasione
dell’evento romano, questo filmato è stato ampliato, inserendo il personaggio
di Ati, che, con la voce di Sabrina Ferilli, illustra le meraviglie del
Santuario di Portonaccio a Veio.
Dieci minuti di “cartoon” per
ventisei secoli di storia, dove tutto ciò che si vede è filologicamente
corretto e la fantasia è solo nella trama della storia raccontata. Felsina come
primo agglomerato di capanne, Felsina e la sua necropoli, Felsina e l’acropoli:
tutto è perfettamente ricostruito e ricollocato dov’era rispetto all’attuale
Bologna. Vale lo stesso per il Santuario veiense, presentato nella sua fase di
VI secolo a.C.: la struttura del tempio, la piscina che vi era accanto, il
boschetto sacro e l’eccezionale apparato decorativo hanno un peso tecnologico
notevole, che rende perfettamente l’incommensurabilità di quello
artistico.
Con queste due mostre e con il
cortometraggio si assiste quindi alle meraviglie della tecnologia, che
ricostruisce in maniera filologicamente perfetta quelle dell’archeologia, con
lo scopo di informare divertendo e di avvicinare un più vasto pubblico a questa
straordinaria civiltà.
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