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Chiostro di Monreale. |
Lo scorso fine settimana ho
visitato la mostra dedicata ad
Escher,
l’incisore olandese che con le sue opere creò un universo magico, un mondo
fatto di bellezza, gioco e fantasia.
Il percorso della mostra si apre
con una serie di opere attraverso cui l’artista rende omaggio all’Italia; Tetti di Siena, Il colonnato di San Pietro, Scilla
e Chiostro di Monreale sono solo
alcune delle litografie che, oltre a donarci splendidi scorci naturali e
architettonici del nostro paese, sono chiara testimonianza dell’amore di Escher
per l’Italia che fu per lui sempre fonte di ispirazione.
Lungo il percorso della mostra mi
sono divertita a leggere gli Emblemata
(motti latini che vengono tradotti con ironia da Escher in immagini, a cui poi
segue un commento in olandese).
Opera simbolo della mostra è, invece,
Mano con sfera riflettente: qui,
traendo ispirazione dai grandi del passato quali Van Eyck, Petru Cristus e
Parmigianino, l’artista crea giochi di riflessi ritraendosi nel suo studio
romano entro una sfera deformante.
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Emblemata. |
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Mano con sfera riflettente. |
L’artista ci stupisce inventando
mondi sempre nuovi e sorprendenti, infatti, come egli stesso afferma “Non posso fare a
meno di ribaltare le nostre incrollabili certezze” ed ecco così che in
Giorno e
notte i campi grigi e rettangolari
si trasformano, staccandosi dal suolo, in uccelli bianchi e neri che volano
rispettivamente verso l’oscurità e verso la luce; in
Cielo e acqua giochi di luce e di ombra trasformano gli uccelli che
volano nel cielo in pesci che nuotano
nel mare.
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Giorno e notte. |
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Rettili. |
Le stampe di Escher suscitano nello spettatore reazioni inaspettate; nella
litografia
Rettili sembra che gli
animali prendano vita da un disegno, si avventurino sullo spazio
tridimensionale per poi tornare nuovamente nel disegno.
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Mani che disegnano. |
Tale inganno
dell’occhio che percepisce come vero ciò che in realtà è solo disegnato sta
alla base dell’opere più famose dell’artista
Mani che disegnano dove l’immagine si costruisce da sola; la mano
sinistra si distacca dalla superficie e come parte viva del corpo disegna la
manica destra, da qui prende vita la mano desta che, allo stesso modo disegna
la manica sinistra. Nell’ultima sala si trovano le architetture impossibili tra
cui
Ascendente e discendente e
Convesso e concavo; guardando
quest’opera non possiamo far altro che concordare con Escher quando ci chiede
“Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto?”. A
chiudere il percorso espositivo è
Bend o
Vincolo d’unione in cui l’artista celebra l’amore che lo unì alla
moglie Jetta.
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Concavo e convesso. |
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Vincolo d'unione. |
All’interno del percorso
espositivo, attraverso una serie di giochi, lo spettatore è invitato a sperimentare
in prima persona le illusioni ottiche e gli inganni visivi cui inducono le
opere. Anche io, come gli altri visitatori, ho condiviso la mia esperienza
scattando un selfie e postandolo sui social utilizzando l’hashtag ufficiale #EscherRoma.
Anna Carla Angileri
La mostra sarà aperta fino al 22 Febbraio 2015, tutte le informazioni qui.
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