Gigli, Iris e Mimose 1913 |
Il titolo della mostra vuole sottolineare la presenza di particolari elementi decorativi orientali, gli arabeschi, che sono un elegante segno pittorico costante nell’attività di Matisse e nel suo rapporto con l’Oriente: una composizione armonica di colori, forme e linee, la passione per le stoffe, le maioliche, gli abiti che si trasformano in colori vivi ed in uno scintillio di segni nelle sue ampie pennellate.
La modernità artistica di Matisse spazia tra i diversi generi pittorici, nei quali rimane costante la fascinazione dell’Oriente, ritratti di figure femminili, odalische, nature morte, paesaggi ispirati alle stampe giapponesi diffuse in Europa alla fine dell’Ottocento. Mi ha subito colpito la natura morta con Gigli, Iris e Mimose del 1913 (proveniente dal Museo Puskin di Mosca), splendida nei contrasti dei colori verde, azzurro e giallo. Nell’ambito dei ritratti femminili spiccano Yvonne Landsberg (1914), sicuramente influenzato dal cubismo di Picasso; Il paravento Moresco (1921) nel quale le due figure femminili sono immerse in un’atmosfera orientale ricca di tessuti e decorazioni; Zorah sulla terrazza (1913), elegante figura femminile dai tratti tipicamente orientali, esposta per la prima volta in Italia.
Alla metà del percorso espositivo si può sostare brevemente nella sala video per vedere l’artista all’opera nel suo atelier in una rara intervista realizzata in occasione del Salon d’Automne a lui dedicato a Parigi.
Il paravento moresco 1921 |
Da non perdere, accanto ai dipinti e ai disegni, una ricca esposizione di manufatti di provenienza orientale, tessuti, arazzi, maioliche, stampe giapponesi che sembrano quasi dialogare in armonia con gli arabeschi di Matisse.
La mostra è visitabile fino al 21 giugno 2015 con i seguenti orari: da domenica a giovedì dalle 10,00 alle 20,00; venerdì e sabato dalle 10,00 alle 22,30. Sono presenti le audioguide e sono previste visite guidate e laboratori didattici per bambini e ragazzi.
Valeria Puccio
MATISSE. ARABESQUE.
English version
You shouldn’t
miss the exhibition – and its triumph of colors! - of one of the most important
painter of the twentieth century, Henry Matisse (1869-1954), hosted by Scuderie
del Quirinale. I could see about 90 masterpieces, including paintings, drawings
and actor’s outfits, hailed from
prestigious European and American museums, such as the Hermitage in St.
Petersburg and Moscow's Pushkin.
The exhibition’s
name highlights the presence of oriental decorative elements, the arabesques, that
are a constant in all Matisse’s production. They underline his fascination for
the East, its fabrics and majolica, and his love for the oriental art, which
reveal itself in the the harmonious composition of colors, shapes and lines
that marks out all Matisse’s paitings.
This fascination
also marks most of the paitings’ subjects: odalisques, still life, and landscapes
inspired by Japanese prints, popular in Europe in the late nineteenth century.
I was immediately impressed with the still life with Lilies, Iris and Mimosa (1913),
a beautiful contrasts of greens, blues and yellows. Of all female portraits
stand both Yvonne Landsberg (1914), a paiting certainly influenced by Picasso’s
cubism, and the Screen Moresco (1921) in which the two female figures are immersed
in an atmosphere of oriental fabrics and decorations.
In the middle of
the exhibition you can stop in the video room to see the artist working in his
studio, in a rare interview conducted at the Salon d'Automne in Paris (1907).
The exhibition
is open until June 21, 2015 at the following times: Sunday to Thursday from
10am to 8pm; Friday and Saturday from 10am to 10.30pm. There are audio guides
and for children and teens guided tours and educational workshops.
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