mercoledì 23 dicembre 2015

Sorella Terra. La nostra casa comune.

D.Yoder. Città del Vaticano. Papa Francesco
durante una visita non programmata alla Cappel
la Sistina, dopo la Benedizione urbi et orbi di
Natale.
Il 22 Dicembre a Palazzo Braschi, il National Geographic Italia inaugura la mostra fotografica Sorella Terra. La nostra casa comune, dedicata e ispirata all’enciclica Laudato sì di Papa Francesco e tematicamente connessa all’apertura del Giubileo sulla Misericordia e alla Conferenza sul Clima di Parigi, conclusasi il 12 Dicembre.
Circa sessanta scatti supportati da estratti dell’enciclica papale, raccontano da un lato la bellezza del pianeta, dall’altro la deturpazione subita per mano umana attraverso ogni forma di inquinamento e ancora la degradazione, la carestia, la siccità, la povertà, la migrazione e i cambiamenti climatici con la scomparsa di migliaia di specie viventi ogni giorno.


G. Gahan. Brasile. Una famiglia in cerca
di pesce in una pozza d'acqua nel Sertao
durante un periodo di grave siccità.









S.Wilkes. Tanzania:animali nel Parco
Nazionale del Serengeti.Composizione
digitale di circa 2260 foto scattate in 30 ore.












S. Unterthiner. Italia. La notte scende sul prato alpino
punteggiato di fiori selvatici nel Parco Nazionale del
Gran Paradiso.






Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba, scriveva San Francesco d’Assisi.


Ma lungo il corso del tempo non è stata affatto ben ripagata questa nostra madre terra, che ora - a dirla con le parole della Laudato si di Papa Francesco- protesta per il male che le provochiamo a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei.
La Terra è la nostra casa comune, nella felice definizione data dal Papa e non è più rinviabile un cambiamento di rotta per salvaguardare seriamente il pianeta. 



J.Sartore. Stati Uniti. Un pellicano bruno ricoperto di petrolio
viene soccorso a Queen Bells Island in Louisiana.

F.Hoffmann. Cina. Una studentessa in visita al padre operaio
in un sito di demolizione vicino al porto di Shanghai.
















La mostra, visitabile fino al 28 Febbraio 2016, è uno spaccato della realtà contemporanea dove la bellezza del pianeta grida di fronte agli scempi provocati dall'uomo nei confronti non solo dell'ambiente ma anche dei suoi simili.
Tutte le info sono disponibili a questo sito

venerdì 4 dicembre 2015

Sotto la cupola, la nuova vita di Pietro da Cortona

Il primo dicembre è stato presentato, all'interno della chiesa dei SS. Luca e Martina, il volume La cupola dei SS: Luca e Martina di Pietro da Cortona – Aperti per restauri, della collana Aperti per restauri, a cura di Pio Baldi e Pier Luigi Porzio, Gangemi Editore. Il volume ripercorre, anche grazie all'ausilio di un ricco apparato fotografico, le intense fasi di restauro della cupola.

Aperti per restauri è l’interessante iniziativa portata avanti dall'Accademia di San Luca affinché i cantieri possano essere frequentati durante i lavori di restauro delle opere, non solo per trasparenza, ma anche per conoscenza e condivisione con il grande pubblico della fatica, del lavoro che si nasconde dietro i ponteggi, così da poter sensibilizzare il comune senso civico nei confronti dell’arte. La chiesa non doveva essere chiusa durante le operazioni di restauro; si è quindi utilizzato un ponteggio acrobatico sospeso sotto la cupola con quattro piloni che lo sorreggevano senza costituire ingombro per la fruizione degli ambienti. Il restauro della splendida cupola  dei SS. Luca e Martina di Pietro da Cortona è stato possibile grazie al finanziamento di ARCUS Spa.
La chiesa dei SS. Luca e Martina risulta poco conosciuta da romani e turisti; le motivazioni nascoste dietro a questo inspiegabile oblio hanno spinto gli studiosi ad inseguire la curiosità e ricercare la storia urbanistica della chiesa. L’edificio era ubicato nella zona frequentata del Campo Vaccino; con l’apertura di via dei Fori Imperiali il traffico ed il flusso umano furono deviati relegando la chiesa in un retro cortile. Le trasformazioni urbanistiche hanno fatto sì che la chiesa divenisse invisibile e subisse una sorta di damnatio imaginis.
Facciata chiesa SS. Luca e Martina
La facciata prima del 1932

La cupola, prima del restauro, era coperta da una patina di colore grigio ed azzurro, aggiunta successiva propria del mutamento di gusti nel tempo (restauro Settecentesco realizzato per mano di Carlo Buratti). Il caldo color travertino cortoniano sottostante è stato portato alla luce grazie ad un complesso processo di restauro tramite la rimozione dello strato che lo copriva, restituendo nuova vita alla cupola voluta e realizzata da Pietro da Cortona. Un colore che richiamava il travertino romano, simulato nelle parti alte, con uno stucco che ne imitava la colorazione. Anche le colonne a tutto tondo hanno sicuramente il colore del finto travertino. La tinta calda della cupola aveva una luce che sfumava schiarendosi verso l'alto sino al lanternino che biancheggiava luminoso: acme della luce dato dal colore.


L’area absidale dopo
gli interventi del 2007-2009




La patina di colore è stata tolta strappando strati di velatino imbibito in una soluzione. Il colore originale non è una tinta ma una colla brodata, usata anche da Borromini, spesso impiegata per gli esterni al fine di dare la sensazione di un tempio realizzato in pietra. Il colore caldo del travertino è stato riproposto da Pietro da Cortona anche per l'interno. Alla morte dell'artista il progetto fu portato avanti dai suoi allievi che misero in atto la sua volontà. I disegni e la modalità di realizzazione risalgono sicuramente a Pietro da Cortona.








Cupola dopo gli interventi di restauro del 2014-2015,
con le tonalità calde delle decorazioni in stucco,
tipiche della fase cortonesca
È vitale dare a questa chiesa, opera più cara dell'artista, l'originaria luce che consente di muovere le forme barocche e riacquisire la propria identità. Il cantiere è ancora aperto: tutta la chiesa conserva sotto i colori la cromaticità voluta da Pietro da Cortona. Inoltre, con gli ultimi scavi, avvenuti durante il Giubileo, la chiesa esce fuori decontestualizzata dall'area in cui era stata pensata. I restauri successivi alla costruzione hanno modificato la visione della struttura poiché realizzati in periodi con differenti visioni e gusti. Ogni lascito della storia è prezioso ma andrebbe selezionato ciò che non permette una corretta comprensione; la ricostruzione dovrebbe avere la meglio sulla conservazione del tutto nel rispetto della storia.
Ilenia Maria Melis

La cupola dei SS. Luca e Martina di Pietro da Cortona. Aperti per restauri

Autore: Pio Baldi, Pier Luigi Porzio (a cura di)
Saggi di : Pio Baldi, Pier Luigi Porzio, Fabrizio Pompozzi, Roberto Bordin
Collana: Architettura, Urbanistica, Ambiente
Anno di edizione: 2015
Info: http://Sottolacupola