sabato 29 marzo 2014

Classicità ed Europa. Il destino della Grecia e dell'Italia

Dal susseguirsi della Grecia e dell’Italia alla Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea per l’anno 2014, è nata l’idea di realizzare questa esposizione che, in tempi di “euroscetticismo”, mira a ricordare il messaggio culturale tramandato dalla Grecia all’Italia e, da quest’ultima, diffuso attraverso i secoli in tutta Europa.
Kotyle rodia, detta Coppa di Nestore. VIII sec. a.C. Necropoli
di Pithekoussai, tomba 168. Museo Archeologico di Ischia
Percorrendo le sale delle Rampe e delle Bandiere, le venticinque opere esposte mi parlano, nella loro fisicità e storicità, di quanto un ideale culturale, quando è forte e riconosciuto, attraversi e segni interi popoli varcando migliaia di anni.
Le opere greche esposte mi raccontano dell’importanza della scrittura quale veicolo di diffusione di idee e cultura: lo vedo nella pregevole Tavoletta in scrittura Lineare B (XIII sec. a.C) e nella cosiddetta Coppa di Nestore (VIII sec.a.C.) che reca incisa un’iscrizione in dialetto ionico.
I capolavori greci mi parlano poi del concetto dell’Uomo al centro dell’universo e che plasma anche le divinità a sua immagine e somiglianza: sono colpita da una ieratica Kore arcaica (520-510 a.C.) e dall’umanità dell’Atena Pensosa (V sec.a.C.) scelta come emblema della Mostra a ricordare la lunga e sofferta strada verso la democrazia.

Kore dall'Eretteo. 520-510a.C. Atene, Museo dell'Acropoli


Atena Pensosa dal Partenone. 460a.C. Atene, Museo dell'Acropoli

Acrolito Ludovisi. 480-470a.C.
Roma, Museo Nazionale Romano-Palazzo Altemps
Tra i capolavori italiani in mostra che evidenziano il ruolo del nostro Paese nella trasmissione del messaggio greco mi colpiscono l’Acrolito Ludovisi (V sec. a.C.) la testa bronzea de Il Filosofo (V sec. a.C.) ed il Codice Purpureo di Rossano (VI sec. d.C.). Ma su tutti mi sorprende il noto gruppo scultoreo dei Tirannicidi Armodio ed Aristogitone, opera romana del II sec. d.C., che racconta e tramanda quell’irrinunciabile ideale democratico greco cui accennavo sopra, e vuole ricordare quanto sia necessario lottare per tenerlo in vita. E’una lotta condotta allora dalla dea Atena con la lancia ed oggi dai cittadini europei attraverso il diritto di voto contro quei “nemici” della democrazia ravvisabili in taluni schieramenti antieuropei, antisemiti e xenofobi che minano l’Europa.

Testa del filosofo. I a.C.-I d.C.
Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale
Codex Purpureus Rossanensis. VI sec.d.C.
Rossano (CS).Museo Diocesano di Arte Sacra


Gruppo dei Tirannicidi. II d.C.
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
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La mostra promossa dalla presidenza della Repubblica Italiana e dalla Presidenza della Repubblica Ellenica sarà visitabile a Roma presso il  Palazzo del Quirinale dal 29 Marzo al 15 Luglio 2014 con ingresso libero.

Orari:
martedì - sabato: dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.30
domenica: dalle ore 8.30 alle 12.00
lunedì: chiuso


Paola Cusumano


lunedì 24 marzo 2014

Rodin in mostra alle Terme di Diocleziano

Il bacio
Lo scorso week-end ho visitato la mostra “Rodin. Il marmo, la vita” che dopo il successo milanese è giunta a Roma ed è esposta nella suggestiva sede delle Terme di Diocleziano.
La rassegna presenta un corpus di oltre 60 sculture esposte su tavole di legno fissate ad impalcature tinte di rosso; tale allestimento sembra così restituire l'idea dell'atelier di Rodin.
I corpi marmorei sono coinvolti in amplessi amorosi, a darne chiara prova sono opere come Amore e Psiche, Fugit Amor e il più celebre Bacio, opera monumentale che esprime la passione di due giovani amanti che, intenti a baciarsi, appaiono ignari di tutto ciò che li circonda; l’artista francese dimostra così la sua abilità nel conferire al freddo marmo la vita e l’amore.

Degno di nota è la Mano di Dio in cui i corpi intrecciati di Adamo ed Eva nascono dalla possente mano del Creatore, mentre in opere quali il Giorno e la notte e La terra e la luna Rodin fa emergere i sensuali corpi da candidi blocchi di pietra lasciati volutamente grezzi.

La mano di Dio


Il giorno e la notte
















mercoledì 19 marzo 2014

FRIDA KAHLO: Scuderie del Quirinale 20 Marzo- 31 Agosto 2014

Autoritratto con abito di velluto (1926)
Il 20 Marzo, alle Scuderie del Quirinale, si inaugura la mostra su Frida Kahlo (1907–1954), pittrice messicana esponente del movimento d’avanguardia del Surrealismo.
Ho avuto la possibilità di ammirare le opere esposte, circa 130 tra pitture e disegni, che ben si comprendono alla luce della travagliata biografia dell’autrice: l’incidente stradale che l’ha segnata a vita, il matrimonio e la separazione dal marito, l’artista Diego Rivera, la maternità mai realizzata, le innumerevoli storie extra-coniugali e il culto per il Messico a lei contemporaneo, cioè quello della Rivoluzione degli inizi del XX secolo.
Circa la metà delle opere sono autoritratti. Mi ha profondamente colpita il modo in cui Frida, in alcune opere, nasconde la sua fragilità psico-fisica, rappresentandosi dietro la maschera di donna forte e decisa dal volto impassibile e sguardo fermo, come in Autoritratto con abito di velluto (1926), utilizzando la bellezza nella sua funzione di superficie e di difesa. 
Questa bellezza, inoltre, è raccontata sia attraverso una natura feconda e lussureggiante che circonda e talvolta si fonde con la protagonista, come nel celebre Autoritratto con collana di spine e colibrì (1940), sia attraverso gli stessi abiti come in Ritratto di signora in bianco (1929).


Autoritratto con collana di spine e colibrì (1940)
Ritratto di signora in bianco (1929).

Ho notato come vi siano opere in cui la pittrice fa sì che proprio gli abiti divengano simbolo di uno status sociale, quello della  "Tehuana", come è evidente tra molti quadri nel famoso Autoritratto come Tehuana (1943).
Autoritratto come Tehuana (1943)

Ospedale Henry Ford (1932)
Il tema più scandagliato e quello che mi ha maggiormente coinvolta, però, è quello dell’Amore, declinato in molteplici sfumature. Qui emerge in toto quanto le vicende di Frida abbiano segnato il suo mondo interiore, la sua psiche. Ecco allora il bozzetto preparatorio per il più celebre dipinto Ospedale Henry Ford (1932), in cui l’Amore è visto come sofferenza e morte; mentre altrove esso appare in un tripudio di colori come Amore generatore di vita, così come raccontato nel meraviglioso dipinto Mosè o Nucleo Solare (1945). Ed infine il mio sguardo si ferma ad ammirare il dipinto L'abbraccio amorevole dell'universo, la terra, Diego, io e il signor Xolotl (1949), dove l’Amore è ora rappresentato come sentimento universale in una visione quasi trascendente.

Mosè o Nucleo Solare (1945)


L'abbraccio amorevole dell'universo, la terra,
Diego, io e il signor Xolotl
 (1949)

Non è possibile esaurire in poche righe un’artista così carismatica, tanto meno la sua arte. Posso solo dire che ciò che traspare dalla mostra è che Frida Kahlo seppe esprimere, con intensa passione, temi assoluti e fondamentali rispetto alla sensibilità dell’uomo moderno: il contrasto tra individuo e società, l’identità nazionale e il rapporto con le proprie radici, l’amore e la sofferenza.

L’accesso alla mostra è dal 20 Marzo al 31 Agosto 2014, presso le Scuderie del Quirinale.

Biglietti
Intero € 12,00
Ridotto € 9,50

Orari: 
dalla domenica al giovedì dalle 10.00 alle  23.00 venerdì e sabato dalle 10.00 alle 24.00.
L'ingresso è consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura 

Per ulteriori informazionisi può consultare il sito ufficiale


Paola Cusumano

venerdì 14 marzo 2014

GALLERIA NAZIONALE D’ARTE ANTICA IN PALAZZO CORSINI

Se volete trascorrere una piacevole giornata a Trastevere e magari unire l’utile al dilettevole, allora non perdete l’occasione di vedere la Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini.
Palazzo Corsini nel Settecento

Infatti, a pochi passi da piazza Trilussa e dalla movida romana, in via della Lungara, è situato l’elegante edificio settecentesco che ospita la collezione di opere d’arte della raccolta della famiglia Corsini, nobile famiglia romana di origine fiorentina.
Il nucleo principale della raccolta è esposto al primo piano del palazzo che l’architetto Ferdinando Fuga progettò a partire dal 1736 per il cardinale Neri Corsini, ampliando un preesistente edificio cinquecentesco, sul modello della reggia francese di Versailles. Varcato il portone di ingresso e percorsa la maestosa scalinata, vi troverete immersi in un’atmosfera settecentesca, tra dipinti, sculture e rari oggetti d’arredo, la maggior parte dei quali si trova nella posizione che aveva al tempo dei Corsini, un vero e proprio viaggio nel passato.

Galleria del Cardinale
Il percorso del museo comprende otto sale, all’interno di quello che era l’appartamento del cardinale Neri Corsini. 
Si accede all’Anticamera,ingresso dell’appartamento e oggi del museo, si percorrono la Prima Galleria e la Galleria del Cardinale per giungere alla Camera del Camino, elegante ambiente con le pareti e le porte riccamente decorate, dove il cardinale riceveva i suoi ospiti. Quindi si arriva alla Camera dell’Alcova, con una splendida decorazione ad affresco nella volta cinquecentesca, che fu anche la camera da letto della regina Cristina di Svezia durante il suo lungo soggiorno romano nella seconda metà del XVII secolo. Completano il percorso il Gabinetto dei Ritratti, la Camera dei Capolavori e la Camera dei Quadri di Canonizzazione, dove è esposto anche un prezioso mosaico che ritrae il cardinale Neri Corsini con lo zio Lorenzo, che fu eletto al soglio pontificio nel 1730 con il nome di Papa Clemente XII.

Camera dell'Alcova

Da non perdere, tra gli oltre trecento dipinti esposti, il San Giovanni Battista di Caravaggio, il San Sebastiano di Rubens, il Trittico del Giudizio Universale di Beato Angelico, la Madonna col Bambino di Orazio Gentileschi, il Trionfo dell’Amore di Nicolas Poussin.

San Giovanni Battista di Caravaggio

Trittico Beato Angelico

Dalle finestre del museo si può godere di una splendida vista verso il Gianicolo e verso l’Orto Botanico, quello che era il giardino privato dei Corsini, ricco di boschetti, labirinti, cascatelle d’acqua, fontane e sculture antiche.
Palazzo Corsini è anche sede dell’Accademia dei Lincei e della Biblioteca Corsiniana, luoghi di cultura frequentati da studiosi provenienti da ogni parte del mondo.
Il museo è aperto dal mercoledì al lunedì (martedì chiuso) dalle ore 8,30 alle 19,00 ed il biglietto di ingresso costa 5 euro. Sono previste riduzioni e gratuità per giovani, studenti, insegnanti, giornalisti, gruppi scolastici e over 65.
Per ulteriori informazioni potete visitare il sito ufficiale del museo, dove è anche possibile effettuare una visita virtuale e trovare approfondimenti sui capolavori esposti.

Valeria Puccio


venerdì 7 marzo 2014

Alma Tadema e i pittori dell’800 inglese in mostra al Chiostro del Bramante.

Ieri ho visitato la mostra “Alma Tadema e i pittori dell’800 inglese” aperta dal 16 febbraio al Chiostro del Bramante.
Nella puritana Inghilterra della regina Vittoria, artisti quali Alma Tadema, Godward, Moor e compagni, conquistando la classe borghese, si imponevano con la loro pittura diventando promotori di un nuovo gusto il cui scopo è esaltare la bellezza per il piacere di farlo senza l’obbligo di comunicare messaggi morali, religiosi o di dover insegnare qualcosa.
Nelle opere in mostra emblema della bellezza assoluta è la donna; eroina mitologica o biblica, principessa, ninfa, strega o incantatrice, immersa in scenari onirici, misteriosi giardini, sontuosi interni o sullo sfondo di paesaggi marini, essa è sempre la musa accattivante e sensuale che affascina e incanta lo spettatore.
Antigone, di Frederic Leighton (1882)

Visitando le sale del Chiostro, tra le altre, ci troviamo così di fronte all’Antigone di Leighton, l’eroina greca dal volto fiero, la regina Ester di Long che sembra guardare in faccia il proprio destino con risolutezza mentre le mani giunte ne rivelano la rassegnazione, la conturbante protagonista di Il lago incantato di Payne e La ninfa Crenaia di Leighton che, con un gesto ingannevolmente casto, svela invece il suo corpo sensuale.
Nonostante l’ingombrante assenza del celebre Ask me no more, protagonisti indiscussi della mostra sono i dipinti di Alma Tadema; l’artista, nelle sue opere, rivela la passione per l’architettura, gli arredi, gli abiti e i personaggi dell’antica Roma, a darne chiara prova è Le rose di Eliogabalo, opera che chiude la mostra.
Il dipinto ispirato ad un episodio della vita dell’imperatore romano Eliogabalo mostra il contrasto tra la bellezza apparente e la crudeltà reale.

La regina Ester di Edwin Long, 1878

La ninfa Crenaia
di Leighton




Le rose di Eliogabalo di Lawrence Alma-Tadema, 1888