martedì 8 aprile 2014

GIACOMETTI, LA SCULTURA

Uomo che cammina
Nella splendida cornice della Galleria Borghese, è allestita la mostra Giacometti, la scultura, interessante selezione delle opere realizzate dallo scultore svizzero Alberto Giacometti (1901-1966).
In un particolare contrasto tra antico e moderno, le sculture in bronzo di Giacometti esprimono il dramma dell’uomo contemporaneo nella sua solitudine esistenziale.
Il percorso della mostra comprende anche opere mai esposte prima in Italia, come i Busti d’uomo, Uomo che cammina, Donna sdraiata, Donna sgozzata e la singolare Donna Cucchiaio. Le figure esili, allungate, monumentali nella loro essenzialità, incedono nello spazio o si ergono quasi come degli alberi di una foresta, tanto che la particolare lavorazione del bronzo ricorda la superficie rugosa di un tronco ligneo.


Donna Cucchiaio.
La Donna Cucchiaio, databile al periodo cubista dello scultore (1925 circa), durante il quale è presente anche il ricordo dell’arte primitiva, è caratterizzata da una forma essenziale e stilizzata, quella appunto del cucchiaio: il viso è costituito dalla cavità, il corpo dal manico del cucchiaio stesso.
Il percorso della mostra si conclude nella pinacoteca, dove sono esposti i disegni preparatori di alcune sculture, come Nudo maschile e Ritratti di figure femminili.



Giacometti nel suo atelier


La mostra è visitabile fino al 25 maggio, dal martedì alla domenica, dalle ore 9 alle 19 (ultimo ingresso alle 17), con prenotazione obbligatoria del biglietto al numero 0632810.

Valeria Puccio

VEDUTISTI TEDESCHI A ROMA TRA IL XVIII E IL XIX SECOLO

A Palazzo Braschi, l’ultima mostra del ciclo Luoghi Comuni, propone una serie di opere di Vedutisti tedeschi del XVIII e XIX secolo, che ritraggono Roma e la sua Campagna. Si tratta di  artisti riuniti nel salotto culturale romano di Angelica Kauffmann, che nella sua dimora in via Sistina ospitò personalità quali J.P. Hackert, J.W.Mechau, J.C. Reinhart, J.A. Koch.
Entro nel vivo della mostra e mi danno il benvenuto le vedute di Jacob Philip Hackert, in cui rintraccio l’impostazione classicista di N. Poussin a Cl. Lorrain e la descrizione minuziosa del paesaggio. Dell’autore vi mostro Le cascate del Velino e la Veduta delle Basiliche di San Giovanni e Santa Maria Maggiore da Villa Costaguti.

J.P. Hackert - Le cascate del Velino.
1790-1799, acquaforte.


J.P. Hackert - Veduta delle Basiliche di San Giovanni e Santa Maria Maggiore da Villa Costaguti. 1790, acquaforte.




Anche Jakob Wilhelm Mechau subisce l’influenza di Claude Lorrain, oltre che dello stesso e Ph. Hackert, e si specializza nel paesaggio storico. Propongo due acqueforti : i Resti degli acquedotti dell'Acqua Marcia e Claudia a Porta San Giovanni, per il paesaggio storico e Ponte Molle, dove la campagna è rappresentata come una realtà incontaminata, secondo la tradizione artistica del paesaggio ideale di Lorrain.

J.W. Mechau - Resti degi acquedotti dell'Acqua Marcia e
 Claudia a Porta San Giovanni. 1798, acquaforte.

J.W. Mechau - Ponte Molle. 1792, acquaforte.

J.A. Koch - Dagli Orti Farnesiani in Roma.
1810, acquaforte.
Ritrovo nel paesaggista Joseph Anton Koch, autore di cosiddetti paesaggi eroici, lo stesso richiamo al modello classico e all’osservazione attenta del paesaggio, inteso però in senso romantico. Cattura la mia attenzione l’acquaforte Dagli Orti Farnesiani in Roma, in cui gli Orti vengono incorniciati da un  arcobaleno che unisce la tradizione classica a quella cristiana, cioè un monumento antico alla Basilica di San Giovanni.
Vi è poi Johann Christian Reinhart che ritrae i paesaggi di Roma e della Campagna Romana sempre animati da personaggi nei tipici costumi e mi colpisce la visione particolare che Albert Christoph Dies esprime nell’acquaforte Muro Torto.


A.C. Dies - Muro Torto. 1792, acquaforte
Insieme a loro sono in mostra importanti opere di altri autori quali F.W. Gmelin, K.A. Lindermann Frommel, Ferdinand Becker, Ludwig Haach e Franz Knebel, che insieme ai primi artisti hanno sentito e vissuto l’esperienza italiana e soprattutto romana come indispensabile completamento della loro formazione artistica.


La mostra resterà aperta fino al 28 settembre 2014 presso il Museo di Roma - Palazzo Braschi
Sito ufficiale


Paola Cusumano