martedì 4 gennaio 2022

PinoVolpino: la street art e lo sguardo alla società

I grandi occhi sono l’elemento imprescindibile dell’arte di PinoVolpino, street artist attivo a Roma da diversi anni . 


Lo pseudonimo scelto è un omaggio a Pino, un cane meticcio, molto simile ad un volpino che, avendo accompagnato l'artista nel suo percorso creativo per sette anni, ne è diventato una sorta di alter ego, un feticcio.



 Proprio l’immagine di Pino con i suoi immancabili grandi occhi spalancati è il logo con cui lo street artist firma i suoi lavori.



PinoVolpinio, che dipinge da sempre, negli anni ’90, studente all’Università di Bologna, inizia a frequentare la strada lasciando quadretti, piccoli oggetti e volantini, ma è a Roma che l’artista inizia a dipingere con maggior assiduità. 
Il pittore, mosso dall’immediatezza del gesto creativo, con la sua arte intende affrontare tematiche sociali con un approccio personale e intimista che va oltre lo slogan. 








Gli occhi, dipinti inizialmente solo su sfondi astratti, hanno trovato il loro contenitore ideale negli animali. 
 Gli animali ritratti sono spesso animali da cortile, i più indifesi perché selezionati e allevati dall’uomo solo per essere mangiati. Essi osservano silenziosi e impotenti il deterioramento della società. 






                        




Cosa vogliono comunicarci i grandi occhi, attoniti, perplessi, che ci osservano dalle mura delle periferie romane o all’interno di fabbriche abbandonate? La risposta non è immediata, quello che è certo è che, fissandoci e imponendoci di guardarli, si fanno portavoce dei più deboli e di un senso di ingiustizia a cui non possiamo restare indifferenti. 




Tuttavia, usando colori vivaci, le opere si aprono a più chiavi di lettura, affascinando anche i bambini. Non è un caso infatti che l'artista abbia realizzato alcuni lavori nella ludoteca del Maam di Roma, il Museo dell’altro e dell’altrove, probabilmente il primo museo abitato al mondo in cui convivono tra le altre, famiglie italiane, rom, rumene, africane e sudamericane. 




PinoVolpino si è dedicato anche alla poster art rivelando un gusto particolare per la citazione. Uno dei poster che ha suscitato maggiore interesse è la Venere della Monnezza, citazione della Venere degli stracci di Pistoletto. Come spiega lo street artist  mentre gli stracci sono un elemento vitale, la “monnezza”, che sfiora i candidi piedi di Venere, rappresenta il punto di non ritorno, sono quindi le condizioni di degrado in cui si trovano molte città italiane a completare l’opera, sembra non esserci più via d’uscita né speranza. 










Con la Merda di street artist, chiara citazione della Merda d’artista, PinoVolpino vuole invece traslare l’idea di Manzoni al qui ed oggi. Se l’artista, riconosciuto come tale, può considerare anche la sua merda opera d’arte, lo street artist vuole porre l’attenzione sulla street art, passata dall’essere un fenomeno undergound ai limiti della legalità, a una moda, un’isteria collettiva, che coinvolge artisti, lui compreso, appassionati part time e istituzioni, la parodia di un movimento artistico, da rappresentare con la parodia di un’opera d’arte. 


L’artista sarà presente, con i suoi ultimi lavori, alla mostra N53 che permetterà di scoprire le opere di alcuni dei protagonisti della street atr della Capitale uniti dal format evento Writers Wars. L’esposizione si svolgerà a Trastevere dall’8 al al 16 gennaio presso la Up Urban Proospective Factory, in via dei Salumi 53.

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                                    Anna Carla Angileri