venerdì 12 ottobre 2018

Pollock e la scuola di New York

Si tratta senza dubbio di una mostra unica e rara, quella su Pollock e la generazione degli Irascibili, da pochi giorni inaugurata al Vittoriano. Le opere in esposizione provengono per la maggior parte dal Whitney Museum of American Art di New York, un museo che difficilmente concede in prestito pezzi della propria collezione, specialmente se si tratta dei maggiori capolavori degli artisti in questione. 



Si perchè se normalmente per vedere opere come Number 27 o Number 17 di Pollock o Untitled (Blue, Yellow, Green on Red) di Rothko o ancora Door to the River di Kooning bisogna andare a New York, dal 10 ottobre e fino al 24 febbraio basta passare un pomeriggio nel centro di Roma.

Il percorso espositivo è strutturato contemporaneamente intorno alla figura di Jackson Pollock e intorno alla rivoluzione nella storia dell'arte contemporanea operata dal gruppo degli Irascibili intorno agi anni '50, soffermandosi, nelle varie sezioni, tra: Jackson Pollock, la Scuola di New York, Franz Kline, Espressionismo astratto e Color Field, Wilelm de Kooning e Mark Rothko. 

Pollock operò un mutamento sostanziale nel modo stesso di dipingere e di concepire la pittura, prende la tesa dalla sua posizione verticale ad altezza d'uomo sulla parete e la pone a terra, sporgendosi su di essa e lasciando cadere il colore (il gesto del dripping) con ampi movimenti orari e antiorari delle braccia, effettuando e simulando allo stesso tempo l'atto del dipingere.

Nel 1949 la rivista Life pubblica un articolo in cui si chiede, retoricamente, se fosse lui l'artista americano contemporaneo più famoso e influente. La fama va di pari passo con i problemi di alcolismo e Pollock muore a soli 44 alla guida della propria vettura in un incidente stradale.


ORARI

da lunedì a giovedì 9.30 - 19.30
venerdì e sabato 9.30 - 22.00
domenica 9.30 - 20.30
(la biglietteria chiude un'ora prima)
Aperture straordinarie
Giovedì 1 novembre 9.30 - 19.30
Sabato 8 dicembre 9.30 - 22.00
Lunedì 24 dicembre 9.30 - 15.30
Martedì 25 dicembre 15.30 - 20.30
Mercoledì 26 dicembre 9.30 - 20.30
Lunedì 31 dicembre 9.30 - 15.30
Martedì 1 gennaio 15.30 - 19.30
Domenica 6 gennaio 9.30 - 20.30
(la biglietteria chiude un'ora prima)
Alessandra Florio






martedì 9 ottobre 2018

Pixar, 30 anni di animazione al Palazzo delle Esposizioni


Visitare la mostra Pixar, 30 anni di animazione è come compiere un viaggio in un mondo fantastico, nel quale incontrare e conoscere i tanti personaggi che appassionano dal 1986 adulti e bambini con le loro avventure: da Nemo alle automobili di Cars, da Inside Out ai giocattoli animati di Toy Story.



Sono esposte oltre 400 opere, disegni, dipinti in acrilico e acquarello, tavole digitali, modelli dei personaggi, in un percorso pronto a svelarci i segreti, il dietro le quinte della realizzazione di un film con la tecnologia digitale.
La mostra si articola in tre sezioni principali, che corrispondono ai tre assi portanti della produzione digitale, come ci hanno spiegato i curatori dell'esposizione: Personaggi, Storie, Mondi.
La sezione Personaggi è dedicata alla creazione dei protagonisti dei film, a partire dai primi disegni a matita su carta, sino all'elaborazione grafica in digitale; la sezione Storie ci illustra la nascita di uno storyboard, una sequenza di immagini che compongono i vari episodi, che viene elaborata insieme alle musiche e agli effetti sonori; la terza sezione Mondi, presenta i bozzetti e gli studi grafici che vengono predisposti per la realizzazione delle sceneggiature digitali, attraverso l'uso del colore e della luce.


Inoltre, il percorso espositivo è arricchito da due installazioni uniche: lo Zootropio, che coinvolge i visitatori nella magia del cinema attraverso una sequenza di immagini che crea l'illusione del movimento, e l'Artscape, che a partire dai disegni preparatori ci fa immergere nel mondo dell'animazione con effetti di luci, suoni e colori.
Una curiosità: lo Zootropio è stato brevettato negli Stati Uniti nel 1867 ed era una forma di intrattenimento molto popolare nel secolo scorso; facendo ruotare rapidamente una sequenza di immagini dentro ad un cilindro, questo dispositivo dimostrava i principi fondamentali dell'animazione prima dell'invenzione del cinema.



Sarà possibile visitare la mostra fino al 20 gennaio 2019 con i seguenti orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10,00 alle 20,00; venerdì e sabato dalle 10,00 alle 22,30.

Valeria Puccio

 

lunedì 8 ottobre 2018

Andy Warhol al Vittoriano

L'offerta espositiva di questa stagione autunnale al Vittoriano si compone di due mostre di grandissimo livello, la prima, in ordine cronologico, è incentrata su la vita e le opere di Andy Wharol:
le aspettative sono alte e vengono soddisfatte. 



Si parte dalle origini della Pop Art, da quando nel 1962 il genio di Warhol riproduce in serigrafia la lattine delle minestre in scatola acquistate al supermercato, elevandole ad opera d'arte. Utilizzando la tecnica della serigrafia, un tipo di stampa su carta o tessuto, Warhol relizza le sue famose serie di  ritratti: dalle celebri Marilyn alle zuppe Campbell's, da Mick Jagger a Mao Tze Tung.
















L'ossessione per la celebrità, che nel suo caso voleva che fosse ben maggiore dei 15 minuti di cui ognuno, a suo dire, avrebbe goduto, ricorre come filo conduttore della mostra, che sia palese come quando i soggetti rappresentati sono illustri o che sia celata come quando è lui stesso a rendere eterna una lattina di zuppa, un paio di scarpe, dei fiori.






















Il percorso espositivo è diviso in 5 sezioni: Icone, Musica, Star Sistem, Disegni, Polaroid e Acetati. 
Mentre dei primi 3 temi siamo già grandi fan, conosciamo molti ritratti e amiamo le celebri copertine degli album dei Velvet Undergound e dei Rolling Stones, le ultime 2 sezioni sono una vera chicca con cui abbiamo scoperto il suo tratto da disegnatore e da fotografo. Le polaroid scattate personalmente sono una forma d'arte veloce e senza filtri, che da a noi spettatori il punto di vista dell'autore, ponendoci nei suoi panni e nei suoi occhi il tempo di un'istantanea.









Alessandra Florio