giovedì 30 novembre 2017

Arcimboldo, le Teste composte incantano Roma



Palazzo Barberini dedica una mostra al più fantasioso artista del '500, capace di affascinare grandi e bambini, Giuseppe Arcimboldo.
L'esposizione, aperta dal 20 ottobre, è stata curata di Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo.
Primavera
Acqua
Per la prima volta si potranno ammirare a Roma disegni, studi preparatori e dipinti che rivelano la straordinaria abilità creativa dell'artista milanese e dei suoi allievi.
La mostra si apre con le vetrate istoriate del duomo di Milano i cui disegni furono realizzati proprio da Arcimboldo.

                                       
Ad incantare lo spettatore però saranno le allegorie delle Stagioni; quelli che da lontano potrebbero sembrare tipici ritratti rinascimentali, colti di profilo, sono invece Teste Composte, in modo sublime, da intrecci di fiori e frutti.
 Tra gli elementi spicca l'Acqua, rappresentata da una donna il cui volto è composto da una serie infinita di pesci, granchi, tartarughe, polipi e qualsiasi altro genere di animale marino; a nobilitare il suo profilo sono la collana e gli orecchini di perle.
Ma Arcimboldo non smette di stupirci ed ecco che restiamo a bocca aperta di fronte alle Teste Reversbili; un semplice piatto di verdure, guardato al rovescio, diventa il volto bizzarro di un Ortolano.

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Ortolano
                                       
Neanche il ritratto del Bibliotecario sfugge alla rivisitazione arcimboldesca: il suo viso, i suoi capelli così come le sue braccia non potevano che essere rappresentati da un'originlissima composizione di libri, foglietti per appunti, invece, sono le sue dita.
Bibliotecario
                                                 


Apprezzato dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, Arcimboldo guadagnò persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di “Conte Palatino”.

La sua opera venne dimenticata per secoli ma, riscoperto negli anni Trenta del Novecento, il pittore venne considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo.
                               
Non solo opere degli allievi, la mostra si chiude con una scultura dello stilista Roberto Capucci che, con la Testa Composta da bottoni e altri materiali del suo atelier, rende omaggio ad Arcimboldo.
L'esposizione sarà aperta fino all'11 febbraio 2018.

Roberto Capucci: Testa Composta
                       


                                                                                                               

martedì 21 novembre 2017

100 anni di foto Leica; al Vittoriano si celebrano i Grandi Maestri




Non ho mai abbondato la Leica, qualunque altro tentativo mi ha sempre fatto tornare da lei. Per me è la macchina fotografica.


Con queste parole Henri Cartier-Bresson descrive la macchina fotografica con cui realizzò i suoi più grandi capolavori.

                                   

Dal 16 novembre, al Complesso del Vittoriano, una mostra racconta i 100 Anni di fotografia Leica; la compatta "Ur-Leica", infatti, rivoluzionò il modo di fare fotografia, sostituendo i pesanti apparecchi  usati fino a quel momento.
In mostra sono esposte, 350 stampe originali dei fotografi che utilizzarono la Leica dagli anni '20 del '900 fino ad oggi, filmati, locandine vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri.
Risultati immagini per bacio fotoDal bianco e nero al colore, dai primi scatti dell’inventore Oskar Barnack alla rivoluzione del digitale, dalle foto che hanno fatto la storia come quella che ritrae Che Guevara realizzata da Alberto Korda, all'iconico Bacio di Alfred Eisenstaed, al ritratto di Kate Moss di Paolo Roversi, e poi ancora dai reportage di guerra di Robert Capa alle fotografie di moda di Christer Strömholm, scopriremo  l'eclettismo della Leica, che ieri, come ancora oggi, viene utilizzata da fotografi e per scopi molto diversi.

                                       

Oltre ai famosissimi scatti del già citato  Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin la mostra del Vittoriano ci darà la possibilità di avvicinarci al lavoro di numerosi maestri che nell'ultimo secolo hanno scritto, con i loro obiettivi, la storia della fotografia firmata Leica.

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                                                                                                 Anna Carla Angileri