Non ho mai abbondato la Leica, qualunque altro tentativo mi ha sempre fatto tornare da lei. Per me è la macchina fotografica.
Con queste parole
Henri Cartier-Bresson descrive la macchina fotografica con cui realizzò i suoi più grandi capolavori.
Dal 16 novembre, al
Complesso del Vittoriano, una mostra racconta i
100 Anni di fotografia Leica; la compatta "Ur-Leica", infatti, rivoluzionò il modo di fare fotografia, sostituendo i pesanti apparecchi usati fino a quel momento.

In mostra sono esposte, 350 stampe originali dei fotografi che utilizzarono la Leica dagli anni '20 del '900 fino ad oggi, filmati, locandine vintage, riviste storiche e prime edizioni di libri.

Dal bianco e nero al colore, dai primi scatti dell’inventore
Oskar Barnack alla rivoluzione del digitale, dalle foto che hanno fatto la storia come quella che ritrae
Che Guevara realizzata da
Alberto Korda, all'iconico Bacio di
Alfred Eisenstaed, al ritratto di Kate Moss di Paolo Roversi, e poi ancora dai reportage di guerra di Robert Capa alle fotografie di moda di
Christer Strömholm, scopriremo l'eclettismo della Leica, che ieri, come ancora oggi, viene utilizzata da fotografi e per scopi molto diversi.
Oltre ai famosissimi scatti del già citato
Henri Cartier-Bresson, Elliott Erwitt e Gianni Berengo Gardin la mostra del Vittoriano ci darà la possibilità di avvicinarci al lavoro di numerosi maestri che nell'ultimo secolo hanno scritto, con i loro obiettivi, la storia della fotografia firmata Leica.
Anna Carla Angileri
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