Edificato tra il 123 e il 139 d.C. per volere
dell’imperatore Adriano come sepolcro per se stesso e per la sua famiglia, nel
corso dei secoli l’edificio ha subito numerose trasformazioni divenendo prima
un avamposto fortificato, poi un terribile carcere, una dimora ed una prigione rinascimentale ed infine
un museo.
Il fascino del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo risiede proprio in questa continua scoperta di ambienti diversi: sotterranei, logge, scale e cortili in un intrico che costituisce la storia dell’edificio e che ne testimonia le innumerevoli metamorfosi.
Il fascino del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo risiede proprio in questa continua scoperta di ambienti diversi: sotterranei, logge, scale e cortili in un intrico che costituisce la storia dell’edificio e che ne testimonia le innumerevoli metamorfosi.
Superato il portone di ingresso, si accede
al dromos (la nicchia al suo interno conteneva il colosso di Adriano) e si percorre prima la rampa elicoidale (concepita per essere percorsa dal corteo funebre
che doveva accompagnare l'imperatore nel suo ultimo viaggio) e
poi quella diametrale che attraversa la Sala delle Urne ritenuto il luogo in cui furono deposte le spoglie dell’imperatore Adriano.
Si giunge, quindi, al Cortile
D’Onore detto anche dell’Angelo per la presenza
della statua marmorea dell’Arcangelo Gabriele che rifodera la spada scolpita
nel 1544 da Raffaello da Montelupo. Questa era collocata sulla sommità
del Castello (con lo scopo di ricordare la visione che ebbe Gregorio Magno di
un angelo apparso sull’alto della mole e che annunciava la fine della pestilenza che infieriva su Roma) e vi rimase fino al 1752 quando
fu sostituita dall’attuale statua in bronzo opera di Peter Anton Verschaffelt.
Statua di San Michele Arcangelo |
Rampa elicoidale |
Nel Cortile del Pozzo troviamo
gli accessi alle prigioni
storiche e alla Stufetta
di Clemente VII. Scendendo nelle
segrete si incontra un ambiente definito
“parlatoio” (non lasciatevi ingannare dal nome, era in realtà il luogo adibito
alle torture) cui segue un angusto corridoio
sul quale affacciano le celle per entrare nelle quali sarete costretti anche
voi, come i prigionieri, all’inchino: è questo il motivo per cui le aperture sono
così basse!
Le celle furono usate come prigioni dal Rinascimento sino
all’Ottocento e tra i personaggi più famosi che furono qui segregati possiamo ricordare lo stesso Papa Alessandro III Farnese,
l’umanista Pomponio Leto, Benvenuto Cellini, Giordano Bruno, il conte
di Cagliostro.
Le prigioni storiche |
Le oliare |
Contigui a questi ambienti, troviamo due ampi locali: le oliare
che custodiscono, inglobate in muri di cemento novecenteschi, 84 giare in terracotta di epoca medievale. Queste venivano
comodamente riempite dall’alto attraverso le aperture presenti sulla volta a
cui corrispondono tombini in travertino sul pavimento del cortile.
Stufetta di Clemente VII |
Sempre dal cortile del Pozzo, si può
accedere alla sala da bagno dei pontefici: la Stufetta di
Clemente VII, così chiamata perché fornita di un
sofisticato impianto di riscaldamento realizzato ad imitazione delle terme
romane. La Stufetta, di ridottissime dimensioni (260 x 150 cm), fu decorata
da Giovanni da Udine con stucchi e affreschi raffiguranti, tra motivi a
grottesche con putti, delfini, cigni ed elementi vegetali, scene mitologiche
allusive al tema dell’acqua.
Vi risparmio la descrizione delle
splendide sale (Paolina, del Perseo e di
Amore e Psiche) decorate da Perin del
Vaga per non dilungarmi troppo ma
vi consiglio assolutamente l’entrata!
Dal Bastione San Marco, si accede al Passetto di
Borgo, un lungo e suggestivo camminamento di
circa 800 metri che collega il Castello ai Palazzi Vaticani, ricavato al di
sopra delle mura leonine. Il camminamento fu realizzato per volere di Niccolò
III Orsini alla fine del XIII secolo per garantire la sicurezza del papa
durante i trasferimenti dalla residenza vaticana alla fortezza.
Sotto i pontificati di Bonifacio IX Tomacelli
(1389-1404) e Alessandro VI Borgia (1492-1503), il Passetto venne
rialzato: al di sopra fu realizzato un nuovo camminamento di ronda, merlato,
mentre alla quota precedente fu ricavato un passaggio interno al muro.
Il passetto divenne
strategico in occasione del Sacco di Roma del 1527, quando permise al Papa Clemente VII di sfuggire alle
violenze dei Lanzichenecchi.
Passetto di Borgo |
Passetto di Borgo |
Godetevi, infine, il panorama sulla terrazza, uno degli
affacci più belli sulla città: le luci delle sere d'estate la rendono ancora più spettacolare!
Di seguito il link in cui trovare tutte le informazioni sugli orari della manifestazione, i biglietti (vi consiglio di prenotare telefonicamente la visita guidata gratuita al fine di evitare attese) e il programma dei concerti: http://www.nottiacastelsantangelo.it/#
Ciao Claudia, ci sono stata tantissimi anni fa. Che spettacolo dev'essere di notte.
RispondiEliminaCiao Tiziana!sì, io ci torno ogni anno! la terrazza e il suo panorama sono splendidi! e quest'anno con le aperture del passetto e delle prigioni è stato ancora più bello!
EliminaAdoro le notti a Castel Sant'Angelo. Andrai anche agli eventi nel Parco dell'Appia Antica, questo autunno?
EliminaCiao Carolina! Eheh hai letto il post relativo al parco? (In realtà forse ne ho scritto più di uno)! Sarò sincera, ho scoperto solo recentemente il Parco dell'Appia Antica e me ne sono innamorata!
EliminaSicuramente, appena sarò un po' più libera (sperando che i fine settimana di sole non ci abbandonino), tornerò nel Parco a fare un giro in bici! Parteciperò volentieri agli eventi..anzi ora che mi ci hai fatto pensare vado a dare uno sguardo al programma! Tu lo hai già fatto? ;)
Grazie per la visita di Roma.
RispondiEliminaCiao Alessio! ;)
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