venerdì 23 ottobre 2015

McMafia: pistole di carta e sangue nero d'inchiostro




“L'altra sera ho avuto una visione di un mondo senza di te. La mafia racimolava qualche spicciolo e la polizia tentava di bloccarla senza successo”. Un insolito dialogo tra Joker e Batman accoglie il visitatore di “McMafia”, la mostra, a cura del Fumetto Cosenza presso il Museo di Roma in Trastevere, che racconta la dura piaga di mafia, camorra e 'ndrangheta in chiave fumettistica. Tre sezioni, dal fumetto tradizionale alle tavole contemporanee, strizzando l'occhio anche alla satira.
Un argomento duro che ha da sempre affascinato ed ispirato la produzione di opere culturali, il cinema la musica.



McMafia, là dove sogni e speranze di infrangono contro la crudeltà umana: immagini crude, sfacciate, che parlano di sofferenza, indecisione, attesa, quell'attesa che porta a compiere atti inauditi di infinita crudeltà. Storie uniche di resistenza e passione, di lotta tra clan e conflitti a fuoco; sangue, omicidi ed ancora sangue, morti ingiuste che nemmeno una medaglia al valore può ripagare.










“Un Fatto Umano” narrato da individui con sembianze zoomorfe, ad esternare comportamenti e sentimenti propri dei personaggi; uomini sicuri che camminano spediti con i loro volti tramutati in pistola, sempre pronti a sferrare il prossimo colpo. Senza pietà si accaniscono sugli ultimi superstiti dell'agguato, non importa se sono parenti o giovani;  utilizzano armi di fortuna quando quelle convenzionali si “incantano”: sangue per l'affermazione di sciocche identità.






Carriere criminali che si svolgono tra strade, case, teatri intrecciandosi con killer russi, Dylan Dog, Al Capone, Diabolik. Una geografia mafiosa che attraversa il paese da nord a sud, nutrendosi di povertà, schiavitù. Ecco quindi nascere una mostra che diviene prezioso contributo alla lettura della realtà tramite racconti originali ma diretti, cimeli di famiglia, unico ricordo di cari assassinati senza pietà.



Tavole che scherzano sull'esistenza della mafia, di come si sia impadronita della Capitale riuscendo a sfiorare gli alti vertici, che raccontano di esattori ed inchini, si arrendevolezza e paura dell'uomo, di omertà da tutelare come privacy mafiosa, irriverenti cronache dello scorrere dei giorni.
La mafia c'è, ma si nasconde tra le beffe delle ombre, nei luoghi inaspettati della quotidianità: devi solo saper guardare. Il male abita tra di noi, prendiamone atto; ma un futuro migliore può esistere.


Ilenia Maria Melis

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