domenica 16 novembre 2014

American Chronicles: l’arte di Norman Rockwell in mostra a Palazzo Sciarra

E’ stata inaugurata da qualche giorno a Palazzo Sciarra la mostra American Chronicles: The Art of Norman Rockwell.
La rassegna ci permette di immergerci nel mondo di Rockwell, l’artista newyorkese che, con le sue opere, raccontò la storia americana del ‘900; la vita quotidiana in campagna o nelle province, il progresso, le grandi conquiste, ma anche temi e problemi sociali.
Tra le opere esposte in mostra lo spettatore sarà sicuramente colpito da Family Tree.
Family Tree
Nell’albero genealogico, culminante con un bambino dallo sguardo furbetto, si trovano pistoleri, indiani d’America, puritani e uomini comuni, e, alle radici, una nobile principessa spagnola e un oscuro pirata; con quest’opera l’artista sembra voler affermare che le origini della nazione sono, al tempo stesso, nobili e popolari.
Copertina del Saturday Evening Post
Copertina del Saturday Evening Post
In un lungo corridoio sono esposte le 323 copertine del magazine Saturday Evening Post, che testimoniano la lunga collaborazione di Rockwell con la rivista. Si tratta di immagini accattivanti i cui protagonisti sono personaggi della vita quotidiana che svolgono azioni comuni in cui tutti i lettori potevano riconoscersi. Tra questi ci sono amanti che si baciano teneramente, ragazzini che giocano e individui che trascorrono un'sistenza felice.


Art Critic
Protagonista indiscussa della mostra è però la celebre opera Art Critic.
In un museo, uno studente d’arte si intrattiene a guardare il ritratto di una donna chinandosi in avanti con una lente di ingrandimento, di fronte a tale atteggiamento la donna ritratta prende vita e assume un’espressione indispettita, alle spalle del ragazzo si trova un triplice ritratto, anche il gruppo maschile di questo secondo dipinto sembra  prender vita, disapprovando, con espressioni eloquenti, il comportamento del giovane.Qui l’artista, con il gioco del quadro nel quadro, sembra chiedere a noi spettatori chi sia il critico d’arte menzionato nel titolo, se la donna, il giovane o il gruppo maschile alle sue spalle.
All’origine del realismo narrativo di Rockwell vi è l’amore per l’arte e la sua storia, egli guarda ai grandi del passato tra cui Durer; proprio l'autoritratto di Durer, insieme a quelli di Rebrant, Picasso e Van Gogh sono attaccati nel cavalletto del suo Triplo autoritratto.
Triplo Autoritratto
Qui l’artista si rappresenta in carne ed ossa nell’atto di ritrarsi, sulla tela, e sullo specchio,  nel riflesso sullo specchio Rockwell appare più anziano poiché intende qui rappresentare il suo aspetto reale e l’essenza del suo animo.


A casa per Natale







Ragazza con bottegaio
Copertina del Saturday Evening Post





E' papà con una Plymouth nuova

Accanto ad immagini che rappresentano un mondo ideale, quasi magico, dominato dall'allegria, da famiglie  e bimbi felici e spensierati si trova un’opera dai toni più seri dal titolo Il problema con cui noi tutti conviviamo.

Si tratta del dipinto che chiude la mostra, l’artista sembra volerci salutare offrendoci una riflessione sul tema del razzismo; una bimba afroamericana dall’espressione innocente e coraggiosa, marcia verso la scuola scortata dagli sceriffi federali che la difendono dalla folla dei bianchi che noi non vediamo ma di cui percepiamo la presenza data la frase razzista e il pomodoro appena lanciato contro il muro.
Rockwell si è ispirato alla vera storia di Ruby Bridges, la prima bambina afroamericana che frequentò una scuola riservata a studenti bianchi e che si trovò a seguire le lezioni da sola poiché gli altri genitori per protesta lasciarono a casa i propri figli.

Ad accompagnare lo spettatore lungo il percorso della mostra con un’audio guida sarà la voce di un conoscitore d’eccellenza dell’opera di Rockwell, quella del figlio dell’artista.

Anna Carla Angileri


La mostra sarà aperta fino all'8.2.15 presso la Fondazione Roma Museo - Palazzo Sciarra, tutte le informazioni qui.


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