martedì 5 maggio 2015

DAVID LACHAPELLE, dopo il diluvio

Dopo 15 anni David LaChapelle torna a Roma con una mostra, inaugurata il 29 Aprile a Palazzo delle Esposizioni, che propone un’antologia delle sue opere tra citazioni di arte rinascimentale, barocca, pop e sacra.






Artista discusso, poeta maledetto della fotografia, LaChapelle offre uno sguardo pungente ed ironico sull'uomo che popola le sue immagini, costruite ad arte con i colori vividi e sperimentazioni surrealiste proprie della cultura pop americana dalla quale trae ispirazione, frutto dell’osservazione e di una personale interpretazione della realtà.
Deluge, 2006 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Nel 2006, durante un viaggio a Roma, la visione del Giudizio Universale di Michelangelo folgora l’artista al punto tale da segnare l’inizio di un nuovo ciclo della sua produzione in cui abbandona la figura umana ed i lavori commissionatigli per le riviste patinate e le campagne pubblicitarie, fissando con il Diluvio il contrapporsi di concetti come il naufragio e la salvezza. Uomini e donne, giovani, vecchi e bambini che si aggrappano ai relitti di un mondo che affonda nella sua vuotezza, con corpi che si intrecciano stagliandosi su un cielo denso e livido. L’opera rappresenta per l’artista un giro di boa dal quale inizia a dedicarsi a lavori più estetici e concettuali, cancellando la carne attorno alla quale ruotavano i suoi schemi, elemento suggestivo del suo lavoro.
Museum, 2007 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Il senso dell’abbandono viene emanato da After the Deluge: Museum in cui le opere d’arte fluttuano nell'acqua che ha allagato il museo mescolandosi ad oggetti di vita quotidiana; non è rimasto più nessuno ad ammirarle e resta solo il loro riflettersi nel cupo specchio d’acqua.
Sempre correlati alla serie del Deluge sono i protagonisti di Awakened, uomini e donne che fluttuano sott'acqua, sospesi in un’apnea che è via preferenziale per l’abbandono del corpo ed il risveglio in un’altra dimensione.

Job, 2007
Chromogenic Print ©David LaChapelle

Si susseguono ancora le insolite riproduzioni in cera degli artisti di Still Life, la rivisitazione del celebre dipinto leonardesco dell’Ultima cena (Last Supper), le serie Land Scapes e Gas Stations con le loro centrali industriali che svettano come miraggi luminosi sullo sfondo di orizzonti desertici frutto di un elaborato lavoro di ricostruzione di modellisti scenografici, e le opere più recenti di Earth Laughs in Flowers dove la denuncia morale sullo sfruttamento delle risorse assume i toni di un’antica allucinazione.
Margaret, 2012
Chromogenic Print
©David LaChapelle

Fil rouge delle ultime produzioni è il concetto che la natura osteggia le politiche di estremo sfruttamento delle risorse del pianeta fino a non lasciare più nessuno ad abitarlo se non le testimonianze luminose dei fabbricati in una visione onirica del nostro avvenire. David LaChapelle può essere un artista difficile da comprendere ma sicuramente ha l’alto merito di offrirci una visione surreale su orizzonti futuri e sulle conseguenze dell’agire sconsiderato dell’uomo.

Gaia, 2011 Chromogenic Print ©David LaChapelle
Per info: www.palazzoesposizioni.it

Ilenia Maria Melis
Gas 76, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle


Nessun commento:

Posta un commento