giovedì 5 novembre 2015

The Art of the Brick: quando i Lego diventano opere d'arte

“Nuota controcorrente! Segui la tua strada! Trova il coraggio dentro di te!”

E’ questo il motto di Nathan Sawaya , avvocato newyorkese che decise di lasciare la carriera forense per dedicarsi alla sua più grande passione: i Lego.
Tra le mani di Sawaya i famosissimi mattoncini colorati, con cui tutti i bambini di ieri e di oggi hanno giocato almeno una volta nella vita, si trasformano in sorprendenti sculture.
Ballerina di Degas
Venere di Milo
Lungo il percorso della mostra The Art of the Brick, aperta a Roma al Set (Spazio Eventi Tirso), i visitatori saranno incantati da riproduzioni in Lego di famosissime opere d’arte quali il Discobolo di Mirone, la Nike di Samotracia, la Sfinge di Giza, la Ballerina di Degas e poi ancora il David di Michelangelo, l’Augusto di Prima Porta, la Venere di Milo e il Pensatore di Rodin; opere, alcune inamovibili, che grazie all’artista newyorkese possiamo eccezionalmente vedere una accanto all’altra.
Urlo
A far parte di questo museo impossibile sono anche famosissimi dipinti di stili e di artisti vissuti in epoche molto lontane tra loro; la Gioconda di Leonardo, la Notte Stellata di Van Gogh, l’Urlo di Munch, i Coniugi Arnolfini di Van Eyck, la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer e il  Bacio di Klimt, grazie alla straordinaria abilità dell’artista newyorkese, si trasformano in opere d’arte Lego e conquistano la terza dimensione.

Coniugi Arnolfini
Non solo riproduzioni di opere d’arte del passato, l’ultima sezione della mostra è dedicata a sculture nate dalla fantasia dell’artista che rappresentano la sua personalissima riflessione sulla condizione umane e sulle emozioni.
Mask ci ricorda che le maschere che spesso indossiamo ci portano a non saper più riconoscere noi stessi, Green Torso, che rappresenta un uomo che tiene tra le mani la testa staccata dal busto, sembra volerci
Green Torso
dire che 
 "A volte la vita è talmente piena e con tante cose per la testa che sarebbe bello staccarla, svuotarla e rimetterla a posto, pronta per affrontare un nuovo giorno", la triade Circle Torso, Square Torso e Triangle Torso, invece, vuole celebrare la diversità che rende il mondo così interessante.
Con Gray in cui un uomo sembra fare un buco su una parete per uscire, l’artista intende non solo rappresentare  la sua storia, quella di un avvocato che un giorno decise di far uscire l’Io artista, ma anche spronare i visitatori a non aver paura di inseguire i propri sogni.
Grande spazio è dedicato al più forte e complesso dei sentimenti, l’amore, di cui Sawaya ci da sempre un’immagine ottimistica; Kissing rappresenta  la passione tra due giovani amanti, con Everlasting ci mostra come l’amore sia eterno nonostante gli anni che passano o una "grande pancia" ed infine anche con Loves me not, che rappresenta un amore finito, l’artista coglie l'aspetto positivo, come afferma la didascalia infatti  “L’amore è eterno, anche dopo molto tempo essere stati lasciati dalla persona che amavamo la portiamo con noi nel cuore. Ecco cosa lo rende meraviglioso”.
C’ è tempo fino al 14 febbraio per vedere a Roma quella che è stata definita dalla CNN una delle dieci mostre imperdibili al mondo.

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