martedì 23 settembre 2014

Al Chiostro del Bramante un viaggio verso il magico mondo di Escher

Chiostro di Monreale.
Lo scorso fine settimana ho visitato la mostra dedicata ad Escher, l’incisore olandese che con le sue opere creò un universo magico, un mondo fatto di bellezza, gioco e fantasia.
Il percorso della mostra si apre con una serie di opere attraverso cui l’artista rende omaggio all’Italia; Tetti di Siena, Il colonnato di San Pietro, Scilla e Chiostro di Monreale sono solo alcune delle litografie che, oltre a donarci splendidi scorci naturali e architettonici del nostro paese, sono chiara testimonianza dell’amore di Escher per l’Italia che fu per lui sempre fonte di ispirazione.
Lungo il percorso della mostra mi sono divertita a leggere gli Emblemata (motti latini che vengono tradotti con ironia da Escher in immagini, a cui poi segue un commento in olandese).
Opera simbolo della mostra è, invece, Mano con sfera riflettente: qui, traendo ispirazione dai grandi del passato quali Van Eyck, Petru Cristus e Parmigianino, l’artista crea giochi di riflessi ritraendosi nel suo studio romano entro una sfera deformante.

Emblemata.
Mano con sfera riflettente.

L’artista ci stupisce inventando mondi sempre nuovi e sorprendenti, infatti, come egli stesso afferma “Non posso fare a meno di ribaltare le nostre incrollabili certezze” ed ecco così che in  Giorno e notte  i campi grigi e rettangolari si trasformano, staccandosi dal suolo, in uccelli bianchi e neri che volano rispettivamente verso l’oscurità e verso la luce; in Cielo e acqua giochi di luce e di ombra trasformano gli uccelli che volano  nel cielo in pesci che nuotano nel mare.

Giorno e notte.

Rettili.




Le stampe di Escher suscitano nello spettatore reazioni inaspettate; nella litografia Rettili sembra che gli animali prendano vita da un disegno, si avventurino sullo spazio tridimensionale per poi tornare nuovamente nel disegno.






Mani che disegnano.
Tale inganno dell’occhio che percepisce come vero ciò che in realtà è solo disegnato sta alla base dell’opere più famose dell’artista Mani che disegnano dove l’immagine si costruisce da sola; la mano sinistra si distacca dalla superficie e come parte viva del corpo disegna la manica destra, da qui prende vita la mano desta che, allo stesso modo disegna la manica sinistra. Nell’ultima sala si trovano le architetture impossibili tra cui Ascendente e discendente e Convesso e concavo; guardando quest’opera non possiamo far altro che concordare con Escher quando ci chiede “Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto?”. A chiudere il percorso espositivo è Bend o Vincolo d’unione in cui  l’artista celebra l’amore che lo unì alla moglie Jetta.

Concavo e convesso.


Vincolo d'unione.















All’interno del percorso espositivo, attraverso una serie di giochi, lo spettatore è invitato a sperimentare in prima persona le illusioni ottiche e gli inganni visivi cui inducono le opere. Anche io, come gli altri visitatori, ho condiviso la mia esperienza scattando un selfie e postandolo sui social utilizzando l’hashtag ufficiale  #EscherRoma.


Anna Carla Angileri


La mostra sarà aperta fino al 22 Febbraio 2015, tutte le informazioni qui.







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