sabato 25 ottobre 2014

Apa l'Etrusco sbarca a Roma

Giovedì 23 Ottobre  si è inaugurato un gemellaggio culturale all’insegna dello scambio materiale e virtuale di reperti tra i più rappresentativi della Cultura Etrusca.
Protagonisti: L’Etruria Meridionale e l’Etruria del Nord, ovvero Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e il Palazzo Pepoli-Museo della Storia di Bologna.
In occasione della mostra bolognese “Il viaggio oltre la Vita”, il Museo romano presta a Palazzo Pepoli alcune delle sue opere. Materialmente: ceramiche figurate, tra cui il celebre Cratere attico di Euphronios; sculture in pietra, tra le quali due da Vulci e da Cerveteri; e la Tomba della Nave di Tarquinia, le cui pareti dipinte sono “strappate” e riposizionate a Bologna.

Sarcofago degli Sposi
Ma è virtualmente che accade un vero miracolo tecnologico, grazie al CINECA (Consorzio Interuniversitario di Calcolo) che realizza la ricostruzione ologrammatica del Sarcofago degli Sposi, permettendo, così, al pubblico bolognese di poter fruire di una delle più celebri e rappresentative opere della civiltà etrusca, esposta al Museo romano di Villa Giulia sin dal 1893.



Situla della Certosa
Cosa accade invece a Roma? Qui in occasione della mostra “Apa l’etrusco sbarca a Roma”, Palazzo Pepoli presta al Museo di Villa Giulia fisicamente una stele funeraria del V secolo a.C. scolpita a bassorilievo e virtualmente il modello 3D digitale della regina delle situle, ovvero la Situla della Certosa, un vaso bronzeo del V secolo a.C., il cui modello è stato anch’esso realizzato dal Cineca.

Ma il pezzo forte è il mediometraggio del Cineca “Apa l’Etrusco sbarca a Roma”, dove l’Etruria del Nord e l’Etruria meridionale sono raccontate rispettivamente da due personaggi: Apa ( termine etrusco per “papà”) e Ati ( termine etrusco per “mamma”).
Il filmato di Apa, il cui personaggio trae ispirazione proprio dalla decorazione della Situla della Certosa, già fu presentato nel 2011 al Museo della Storia di Bologna e, da allora, i visitatori lo ascoltano narrare la storia della città etrusca di Felsina attraverso l’indimenticabile voce di Lucio Dalla. In occasione dell’evento romano, questo filmato è stato ampliato, inserendo il personaggio di Ati, che, con la voce di Sabrina Ferilli, illustra le meraviglie del Santuario di Portonaccio a Veio.
Dieci minuti di “cartoon” per ventisei secoli di storia, dove tutto ciò che si vede è filologicamente corretto e la fantasia è solo nella trama della storia raccontata. Felsina come primo agglomerato di capanne, Felsina e la sua necropoli, Felsina e l’acropoli: tutto è perfettamente ricostruito e ricollocato dov’era rispetto all’attuale Bologna. Vale lo stesso per il Santuario veiense, presentato nella sua fase di VI secolo a.C.: la struttura del tempio, la piscina che vi era accanto, il boschetto sacro e l’eccezionale apparato decorativo hanno un peso tecnologico notevole, che rende perfettamente l’incommensurabilità di quello artistico.  
Con queste due mostre e con il cortometraggio si assiste quindi alle meraviglie della tecnologia, che ricostruisce in maniera filologicamente perfetta quelle dell’archeologia, con lo scopo di informare divertendo e di avvicinare un più vasto pubblico a questa straordinaria civiltà.
Tutte le informazioni qui 

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