mercoledì 8 ottobre 2014

I bassifondi del Barocco: la Roma dei vizi e della miseria in mostra a Villa Medici

Bartolomeo Manfredi: Bacco e un bevitore
Il 6 Ottobre è stata inaugurata all’Accademia di Francia Villa Medici la mostra I bassifondi del barocco. La Roma del vizio e della miseria.
L’esposizione intende svelare il volto oscuro della Roma del ‘600,  lontano dalla bellezza e dai fasti, quello dei bassifondi, della miseria, delle taverne e dei luoghi di perdizione dove avevano il sopravvento i vizi e gli eccessi di ogni tipo.
A mostrare questo lato di Roma sono gli epigoni di Caravaggio o  i Bentvueghels, artisti straniere che nel ‘600 si incontravano a Roma per trarre ispirazione dall’arte del passato o in cerca di committenze e fama.
La mostra si apre con una serie di dipinti in cui i protagonisti sono Bacco e i suoi accoliti, satiri, sileni, Pan; opere quali Bacco e un bevitore di Bartolomeo Manfredi e Fauno con uva e flauto di anonimo celebrano il vino che nelle taverne romane del 600 scatenava l’esaltazione dei sensi,  la libertà e la trasgressione.


Van Lear: Bentvueghels in un'osteria romana

Sotto gli auspici di Bacco si ponevano i Bentvueghels che  proprio in quelle taverne si riunivano, come testimonia la tela di Van Lear Bentvueghels in un’osteria romana, sottoponendo ogni nuovo pittore giunto a Roma a riti dionisiaci come si evince dalle stampe di Pool che rappresentano i Riti d’iniziazione dei  Bentvueghels.



Tali artisti dipingono dunque la realtà della loro vita notturna debosciata, dominata dal vizio, dal gioco e dall’erotismo come rivelano opere quali Taverna con giocatori di dadi e un’indovina di Règnier o I bari di Paolini.
Paolini: Bari
Ad evocare Caravaggio è in particolare la Buona Ventura di Vouet in cui uno sciocco si lascia abbindolare da una bella indovina mentre alle sue spalle un’anziana lo deruba; la donna volge il suo sguardo verso noi
spettatori e ci rende complici facendo poi con la mano il derisorio gesto delle fiche (di cui già Dante parlò nel XXV canto dell’Inferno).Tale gesto di scherno, che prevede la chiusura del pugno con il pollice frapposto tra l’indice e il medio, è fatto anche dal Bravo dipinto da un anonimo caravaggesco che, rivolgendo il suo sguardo beffardo verso lo spettatore, sembra volersi prendere gioco di lui.

Anonimo: Mendicante che fa il gesto della fica


Vouet: Buona ventura


     













Della Roma della miseria fanno parte anche qui poveri che non tentano più di derubarci o prenderci in giro ma che rappresentano la loro condizione sociale con  dignità, tra questi c’è il Mendicante di Ribera che chiede l’elemosina porgendo timidamente il suo cappello, il Mendicante con la cetra e la Zingara di Vouet che non tenta più di ingannare il povero malcapitato con il suo aspetto seducente ma, caratterizzata da una bellezza semplice, tiene tra le braccia il figlioletto evocando l’immagine della Madonna con il Bambino.
Ribera: Mendicante

L’ultima sala è dedicata ai paesaggisti; in questi dipinti le bellezze di Roma fanno solo da sfondo a scene del vizio come testimonia Veduta di Roma di Lorrein dove al luminoso paesaggio con la Chiesa di Trinità de’ Monti si contrappone, nella penombra del primo piano, una scena di prostituzione.



Anna Carla Angileri


Maggiori informazioni su orario e biglietti sul sito ufficiale










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